La mobilità sostenibile

La mobilità sostenibile

martedì 27 settembre 2011

ARENAWAYS FFSS E REGIONE PIEMONTE NEL MIRINO.

Pd, Moderati, Udc, Api: non vogliono liberalizzare il servizio
Partita in sospeso Conto alla rovescia per decidere il futuro del primo operatore ferroviario privato: il servizio sulla tratta Torino-Milano e il «treno del mare», diretto in Liguria, sono stati sospesi Guerra aperta sulle ceneri di Arenaways: prima compagnia ferroviaria privata azzoppata dall’Ufficio per la regolazione del traffico ferroviario - e, sostengono i suoi difensori, dal combinato disposto Trenitalia-Regione - subito dopo essersi ritagliata uno spazio nel servizio del trasporto pendolari sulla tratta Torino-Milano.

Il fronte è quello politico, segnato dal fuoco di sbarramento di Pd, Moderati, Udc, Api contro Regione e Trenitalia: entrambe accusate senza mezzi termini di un sodalizio tutt’altro che virtuoso per sbarazzarsi di un rivale. Giovedì il caso sarà trattato in Consiglio regionale dalle commissioni Bilancio e Trasporti. Il vero attacco è partito ieri ad opera dei parlamentari Portas, Merlo, Esposito, Vernetti e Calgaro, affiancati da consiglieri di minoranza e maggioranza (Leo, Giovine, Angeleri). Era presente anche Arena.

Nel mirino, il fenomeno delle liberalizzazioni fasulle e, a cascata, l’ad delle Fs Mauro Moretti con l’assessore regionale ai Trasporti Barbara Bonino. Il meno diplomatico è stato Esposito: «Questa partita è stata messa in campo da Moretti per chiudere alle sue condizioni l’accordo con la Regione sul contratto di servizio. L’assessore Bonino ha accettato il ricatto». Non solo: «Nell’accordo Regione-Trenitalia sul rinnovo del materiale rotabile le aziende piemontesi non sono state aiutate». «Vicenda segnata dall’irresponsabilità della Regione e dalla responsabilità di Moretti», è intervenuto Giorgio Merlo.

Polemica inaccettabile, secondo la Regione. «Con Trenitalia abbiamo ottenuto l'investimento di 280 milioni in 3 anni in treni nuovi o revampizzati, mentre oltre 60 milioni sono stati stanziati come contributo al 60% alle aziende per sostituire i bus Euro 0 circolanti sulle nostre strade», replica Bonino. Quanto alle accuse di Esposito, e di Merlo, «se credono che Moretti, abbia esercitato o sia in grado di esercitare pressioni indebite procedano nelle sedi opportune, altrimenti, basta con la disinformazione».

Un battibecco che non incide su un cronoprogramma vincolato a scadenze precise: domani sarà pubblicato il bando per la vendita della società, fallita prima dell’estate ed ora in esercizio provvisorio; il 19 ottobre le offerte verranno depositate al Tribunale; il 20 seguirà l’apertura delle medesime.

Tre gli scenari riassunti da Leonardo Marta, il curatore fallimentare: nessuna offerta, alias sospensione della gara; aggiudicazione immediata a seguito di una sola offerta; più offerte sul piatto, quindi aggiudicazione il giorno stesso o il successivo. Offerte che dovranno essere congrue con il valore della società e con la garanzia dei posti di lavoro dei 74 dipendenti formati da Arenaways. Almeno due le cordate in pista: quella messa in piedi da Giuseppe Arena ruota su due imprenditori piemontesi - stando a indiscrezioni uno sarebbe Ambrogio Trasporti, operatore specializzato nella logistica ferroviaria -, cui seguirà un socio olandese (forse Autoslaap, che già affianca Arenaways nei servizi con l’estero); la seconda rimanda al gruppo britannico Arriva, controllato dalle ferrovie tedesche Deutsche Bahn. Interessi motivati dalla prospettiva di sbarcare sul mercato italiano intestandosi una società sana: chi compra, comprerà solo l’attivo, senza affrontare le pendenze legate alla vecchia gestione. Una buona occasione, che esclude da parte del Tribunale ipotesi di svendita.