La mobilità sostenibile

La mobilità sostenibile

mercoledì 28 dicembre 2011

Manifestazione d' interesse in TRENITALIA Att.ne SCADE IL 10 GENNAIO




giovedì 22 dicembre 2011

Auguri di Buone Feste

“ Desiderata “
Va serenamente in mezzo al rumore alla fretta e ricorda quanta pace ci può essere nel silenzio. Finché è possibile, senza doverti arrendere conserva i buoni rapporti con tutti. Dì la tua verità con calma e chiarezza, ascolta gli altri, anche il noioso e l’ignorante, anch’essi hanno una loro storia da raccontare. Evita le persone prepotenti ed aggressive, esse sono un tormento per lo spirito. Se ti paragoni agli altri , puoi diventare vanitoso ed apro,  perché sempre ci saranno persone superiori ed inferiori a te. Rallegrati dei tuoi risultati come dei tuoi progetti. Mantieniti interessato alla tua professione, benché umile; è un vero tesoro nelle vicende mutevoli del tempo. Sii prudente nei tuoi affari, poiché il mondo è pieno di inganno. Ma questo non ti impedisca di vedere quanto c’è di buono, molte persone lottano per alti ideali e dappertutto la vita è piena di eroismo. Sii te stesso, specialmente non fingere di amare e non essere cinico riguardo all’amore, perché a dispetto di ogni aridità e disillusione esso è perenne come l’erba. Accetta di buon grado l’insegnamento degli anni, abbandonando riconoscente le cose della giovinezza. Coltiva la forza d’animo per difenderti dall’improvvisa sfortuna, ma non angosciarti con fantasie. Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Al di là di ogni salutare disciplina, sii delicato con te stesso. Tu sei un figlio dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle, tu hai un preciso diritto ad essere qui. E anche ti sia chiaro o no, senza dubbio l’universo va schiudendosi come dovrebbe. Perciò sta in pace con Dio comunque tu lo concepisca e qualunque siano i tuoi travagli e le tue aspirazioni, nella rumorosa confusione della vita conserva la pace con l’anima. Nonostante tutta la sua falsità. Il duro lavoro ed i sogni infranti, questo è ancora un mondo meraviglioso.
Sii prudente FA TUTTO PER ESSERE FELICE.

Manoscritto del 1692 trovato a Baltimora nell’antica Chiesa di San Paolo

martedì 22 novembre 2011

ECCO COME 10 ANNI DI GOVERNO BERLUSCONI HANNO DISTRUTTO L'ITALIA: TUTTI I DATI,GRAFICI E TABELLE.

10 anni di governo Berlusconi, dovevano essere gli anni della "Rivoluzione liberale", del "Meno tasse per tutti" e del "Nuovo miracolo italiano". Sono stati 10 anni di fallimenti, sotto ogni punto di vista. Sfiga, ignoranza, incapacità, o tutte e tre le cose messe assieme, sta di fatto che il baratro si spalancava sempre con il Cavaliere al potere. E questi grafici lo dimostrano.
http://www.free-italy.info/2011/11/ecco-come-10-anni-di-governo-berlusconi.html#.TskqKaX6r45.facebook

domenica 13 novembre 2011

Parigi come Palermo tutti sanno dovè,ma nessuno ci andrà.........in treno!

A Lione solo con treni francesi
Le Fs ti fanno passare da Milano

Da dicembre addio alle linee Artesia: il collegamento con convogli italiani obbligherà a un'odissea attraverso Lombardi e Svizzera per un totale di quasi undici ore

di MARIACHIARA GIACOSA DA DICEMBRE in Francia si va con i francesi. A meno che uno non abbia intenzione di prendersi un giorno di ferie per fare poco meno di 320 chilometri. Dal 12 dicembre infatti spariscono dall'orario ferroviario i treni veloci di Artesia, la società di Trenitalia e Ferrovie francesi, che si è sciolta alcuni mesi fa e che fino ad ora ha garantito tre collegamenti al giorno tra Torino e Lione. Sparirà anche il servizio di autobus messo in piedi da Piemonte e Rhone Alpes per ovviare ai disservizi provocati dai lavori degli ultimi anni sulla linea ferroviaria e alla soppressione di alcuni treni per problemi di omologazione.

L'unica soluzione made in Italy per passare le Alpi resterà un lunghissimo giro passando da Milano, dalla Svizzera, per poi scendere verso la Francia e Lione. Un esempio? Si può partire alle 8.30 da Porta Nuova, fare tappa a Milano Centrale, gironzolare per il nord ovest, passando ben tre confini, per poi approdare quasi 11 ore dopo in terra lionese. Se poi si parte alle sei di sera, possono servire addirittura tre treni e 14 ore e mezza di dondolio ferroviario prima di arrivare a destinazione. Insomma, un'odissea.

Si rassegnino i patriottici, per espatriare in carrozza sarà meglio affidarsi ai cugini d'oltralpe. Il servizio sarà presentato solo il 22 novembre, ma qualche anticipazione si sa già. Tre treni al giorno  -  mattino, ora di pranzo e tardo pomeriggio  -  partiranno da Milano per raggiungere Lione Saint Exupery, che è la stazione dell'aeroporto collegata
con la città con treni metropolitani e autobus. Durata del viaggio: tre ore e mezza. Fermate a Torino, Oulx e Bardonecchia, dove il treno potrà fermarsi perché si tratta di stazioni di confine. Ancora incerte, per decisione dell'Ufficio di regolazione dei servizi ferroviari (lo stesso che ha stoppato per due volte Arenaways), le fermate a Novara e Vercelli. A gestire il servizio sarà la Svi, Servizio viaggiatori Italia, una società creata appositamente dalle Ferrovie francesi per sbarcare sul mercato italiano dopo la fine della partnership con Trenitalia. Fino a giugno sarà l'unica soluzione per mettere piede, via treno, in terra francese. Per l'estate dovrebbero invece arrivare i nuovi collegamenti giornalieri Torino-Lione annunciati a settembre dalla nuova società creata da Trenitalia e Veolia, il colosso francese della mobilità. Ma su questo ancora non ci sono dettagli.

Novità da dicembre anche per raggiungere Roma. Si allunga di 13 minuti il viaggio dei Frecciarossa tra Torino e la capitale e di 6 minuti quello in direzione contraria. Questione di spinta a parte, la causa dell'allungamento è la nuova fermata di Roma Tiburtina che "mangerà" oltre 10 minuti sul ruolino di marcia dei treni superveloci, ma offrirà la doppia opzione per chi deve muoversi all'interno di Roma. Passano poi da due a quattro i collegamenti ad alta velocità per Napoli, mentre rallenta il treno di metà mattina per Milano che da Frecciarossa diventa Frecciabianca, analogo ai vecchi intercity.

Brutti momenti davanti a palazzo Grazioli

12 novembre 2011
Brutti momenti davanti a palazzo Grazioli

Tira aria di smantellamento, eppure certi personaggi la loro boria non la perdono neanche quando è palese che this is the end. Non deve perciò sorprendere che il ministro Sacconi abbia reagito in maniera così sgarbata a chi gentilmente lo invitava al riposo casalingo:
Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi al suo arrivo a Palazzo Grazioli per l’ufficio di presidenza del Pdl e’ stato accolto dalle urla “A casa a casa” di alcuni manifestanti. Sacconi ha risposto alzando il dito medio, mentre il ministro per le Pari Opportunita’ Mara Carfagna ha risposto al grido “Andate a casa” dicendo “Ci stiamo andando, cosi’ da domani sarete piu’ contenti”.
Anche le Carfagne due volte al giorno dicono qualcosa di giusto.

mercoledì 2 novembre 2011

NEMO PROFETA IN PATRIA

........................................................................Ferrovie dello Stato replica all'estinzione del servizio, in primis con una precisazione: "I treni che saranno cancellati rientrano in un contratto di servizio con lo Stato, e se dal ministero non ci arriva la richiesta quella tratta non viene attivata". Con l'aggiunta di ragioni dettate dal mercato. "L'avvento dell'alta velocità da una parte  -  spiegano ancora da Ferrovie  -  e gli aerei low cost dall'altra hanno ridotto di molto la domanda dei treni notturni. L'Italia è rimasta uno degli ultimi Paesi che li mantiene". Contro questa decisione si è però già espressa la Regione. L'assessore ai Trasporti Barbara Bonino ha infatti scritto una lettera all'amministratore delegato di Ferrovie, Mauro Moretti e al ministro Altero Matteoli, per chiedere "La tutela dei treni a lunga percorrenza e delle 63 famiglie legate ai dipendenti della Servirail l'ex Wagon Lits". Si tratta dei lavoratori che da sempre si occupano dei vagoni letto. Qualche giorno fa si sono visti recapitare a casa la lettera di licenziamento. "Abbiamo chiesto  -  spiega Bonino  -  che almeno vengano integrati nell'organico di Trenitalia". Ora si attende una risposta.

domenica 30 ottobre 2011

sciopero FFSS &Trenord in Lombardia 26 - 27 novembre 2011

LA MOBILITA' DEL FUTUTRO E' GIA' QUI


sabato 22 ottobre 2011

La Matita Rossoblu: "Siamo state abbandonate anche dalla Camusso"

La Matita Rossoblu: "Siamo state abbandonate anche dalla Camusso": di Enrico Bandini 15 ottobre 2011 "Siamo state abbandonate anche dalla Camusso". La produzione del gruppo Golden Lady - che si fregia ...

"Siamo state abbandonate anche dalla Camusso"

di Enrico Bandini
15 ottobre 2011

"Siamo state abbandonate anche dalla Camusso". La produzione del gruppo Golden Lady - che si fregia ancora del marchio made in Italy - è trasferita totalmente in Serbia. La riconversione del sito produttivo resta un miraggio. Così è scomparsa dalla scena una delle ultime grandi industrie della Romagna

L’Omsa come la Vynils: cronaca di una morte annunciata. A Faenza non ci sono segnali per la riconversione del sito produttivo. Non migliore è la situazione negli stabilimenti dell’industria chimica di Porto Torres e Marghera, che sono prossimi alla chiusura.

Se ne è parlato alla libreria Mody Dick di Faenza in un incontro organizzato dal “Gruppo dello zuccherificio per la legalità, la Costituzione e la libera informazione”. Invitati, a colloquio con una rappresentanza delle operaie dell’Omsa, Michele Azzu e Marco Nurra, autori del libro “Asinara revolution” e inventori del blog www.isoladeicassintegrati.com.

I due ventisettenni sardi e le operaie faentine si sono conosciuti in Piazza San Giovanni a Roma, lo scorso 10 settembre, in occasione di un tavolo sul lavoro organizzato dal blog dell’Isola. C’erano Indignati, esponenti del Popolo viola e rappresentanti di tutte le principali vertenze lavorative italiane: Vinyls, Omsa Faenza, Tacconi, Agile-Eutelia, Basell, Fiat, Teleperformance, Aiazzone, Teatro Valle Occupato.

Sono 242 le operaie ancora in forza allo stabilimento produttivo della Golden Lady Spa, di cui il marchio Omsa fa parte. Solo 30 di loro varcano i cancelli degli stabilimenti produttivi per 4 ore al giorno e intanto la sabbia nella clessidra della cassintegrazione continua a scorrere inesorabile. Restano solo 5 mesi al 14 marzo 2012, giorno in cui cesseranno gli ammortizzatori sociali. Intanto di soluzioni in vista neanche l’ombra.

Alla Vynils pare che un accordo sia stato trovato solo per i 35 operai della fabbrica ravennate, mentre ai colleghi di Porto Torres e Marghera (200 per stabilimento, più tutte le migliaia dell’indotto) non resta che la protesta a oltranza. In Sardegna la forza è quella della disperazione di chi capisce che non ce la farà, nonostante un anno e mezzo di occupazione dell’Asinara, un paradiso della natura tutt’altro che ospitale. A Marghera invece gli operai sono tornati sulla torcia dell’impianto, una torre alta 150 metri.

Il 25 maggio e il 25 luglio sono stati organizzati due tavoli ministeriali, il primo a Bologna, il secondo a Roma, per rilevare e riconvertire il sito produttivo dell’Omsa. A maggio nella sede bolognese della Regione c’erano Gianpiero Castano del ministero dello Sviluppo economico, Giancarlo Muzzarelli assessore regionale alle attività produttive, Claudio Casadio presidente della Provincia di Ravenna, Giovanni Malpezzi sindaco di Faenza, Germano Savorani assessore al lavoro del Comune Manfredo e l’azienda Golden Lady rappresentata dal responsabile del personale Federico Destro. In quella data è stato individuato l’advisor che si deve occupare di trovare investitori interessati all’acquisto dei due grandi capannoni di proprietà della Golden Lady. L’uomo designato per questo ruolo chiave è l’ingegnere Marco Sogaro, rappresentante della società torinese di consulenza fiscale Wollo Srl. Sogaro, raggiunto telefonicamente dal fattoquotidiano.it ha dichiarato di non poter fornire alcun dettaglio sulla vicenda Omsa, in quanto legato a “un patto di riservatezza” con la proprietà Grassi.

Ma da chi ottenere risposte, se i proprietari storicamente hanno scelto la linea del silenzio? In questi anni l’interlocutore aziendale, l’uomo che siede ai tavoli ministeriali per Golden Lady è stato Federico Destro, l’uomo irreperibile, perennemente fuori azienda quando lo si cerca. La sua linea è sempre stata quella del silenzio: mai una parola con la stampa.

Il 25 luglio è stata la volta di un secondo incontro al Ministero dello sviluppo economico, due mesi dopo il tavolo di maggio. In quell’occasione l’incontro con il ministro Paolo Romani è servito a verificare a che punto fosse l’attività dell’advisor incaricato, ma nulla di fatto, ancora una volta.

Ci sono dei contatti” è il mantra che si sentono ripetere le operaie, ma quali non è dato loro sapere, per “una questione di riservatezza”.

Poche parole si lasciò sfuggire Sogaro a giugno, quando da poco aveva ricevuto l’incarico: “Comprendo l’aspetto sociale del problema, ma i tempi sono dettati da una situazione congiunturale di mercato che non dipende da noi”.

Da chi dipendano i loro guai lo sanno le operaie dell’Omsa. È diretta la denuncia della Filctem Cgil alla proprietà di Nerino Grassi, l’imprenditore di Castiglione delle Stiviere che “ha deciso di chiudere lo stabilimento di Faenza per continuare ad arricchirsi in Serbia, non rispettando l’accordo firmato al ministero dello Sviluppo economico il 18 febbraio scorso, il quale prevede di proseguire con la produzione ancora esistente e con la riconversione e rioccupazione delle lavoratrici”.

Un gruppo ristretto di queste continua a portare avanti l’impegno quotidiano, per mantenere i riflettori accesi sulla vertenza. Iniziano però a serpeggiare i malumori di chi sente di aver giocato ormai tutte le carte: la via sindacale, l’apparizione mediatica, la realizzazione del documentario “Licenziata” per la regia di Lisa Tormena, le “brigate teatrali dell’Omsa”, per raccontare attraverso il palcoscenico la favola nera dell’azienda, fino al boicottaggio dei negozi Golden Lady, presidiandone l’entrata nei sabati dello shopping.

Alcune operaie iniziano a nutrire anche una certa disillusione nei confronti dell’appoggio fornito dal sindacato. Non è stato chiarito ufficialmente dai vertici della Cgil perché sia stato rimosso dal suo incarico Idilio Galeotti, coordinatore Cgil del comprensorio faentino. Al sindacalista si deve la strategia, adottata sin dalla prima ora, che ha permesso alle lavoratrici di Omsa di arrivare ad Annozero e dare alla vertenza la eco che merita. Intanto molte operaie hanno restituito la tessera al sindacato, convinte che la mossa di ‘far fuori’ Galeotti sia da iscrivere in un contesto più ampio che giustifica -come si legge nel sito del Popolo viola di Faenza- “il sospetto che buona parte del mondo politico-istituzionale e sindacale avesse avallato da tempo la scelta di Golden Lady di chiudere l’Omsa e per questo avrebbe preferito il silenzio sulla vertenza”.

Accuse di un certo peso che un’operaia, sul suo profilo di Facebook, non ha risparmiato neppure al segretario generale della Cgil Susanna Camusso: “È avvilente, le abbiamo provate tutte! Prima abbiamo chiesto, poi gridato poi anche minacciato e raccolto firme. Abbiamo protestato con la Cgil provinciale, con quella regionale e addirittura con la nazionale, ma anche la signora Camusso che sbandiera tanto i diritti delle donne non ha voluto aiutarci”.

I problemi della faentina Omsa hanno ormai varcato i confini regionali e riguardano altri siti produttivi della Golden Lady. La multinazionale ha deciso di ridurre drasticamente la sua presenza in Italia: anche negli stabilimenti di Gissi (Chieti) e di Basciano (Teramo) sono in discussione centinaia di posti di lavoro e si prospetta il rischio chiusura.

Fa ridere, di un riso amaro certo, leggere sul sito in quattro lingue della Golden Lady che l’azienda si promuove come “un nome del made in Italy”, “una grande impresa che cammina insieme alla donna italiana” in “un percorso lineare fatto di valori precisi”. Bisognerebbe chiedere alle dipendenti dell’Omsa, “donne italiane”, se ritengono che la delocalizzazione si possa considerare un valore.

Non basta: anche la “mission” dell’azienda è un degna di nota: tra i “fattori che hanno contribuito al successo dell’azienda – si legge – c’è una capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato veloce e funzionale alle richieste”. Come dare torto a Golden Lady? Senza dubbio l’azienda è stata veloce, quanto inamovibile, nella sua decisione di spostare il ciclo produttivo in Serbia.

LO SCIOPERO DEGLI OPPIATI

E’ stata bassa, pari al 14,9%, l’adesione allo sciopero dei dipendenti delle ferrovie nella giornata di ieri, venerdì 21 ottobre del 2011. A darne notizia è stato il Gruppo FS nel ricordare come l’agitazione ieri, proclamata dalle Organizzazioni Sindacali, si sia svolta dalle ore 9 alle ore 17.

Lo scippo della mobilità passa attraverso l'abbandono del servizio ferroviario-

FILT-CGIL FIT-CISL UIL Trasporti UGL Trasporti FAST Ferrovie SALPAS Segreterie
Nazionali
APPALTI FERROVIARI forte partecipazione allo sciopero del 21 ottobre
Lo sciopero di 24 ore del giorno 21 ottobre ha registrato una altissima adesione da parte dei
lavoratori del settore e la massiccia partecipazione alla manifestazione, indetta nello stesso giorno,
testimoniano il profondo disagio che i lavoratori del settore stanno vivendo.
Nel corso della medesima manifestazione il sindacato nazionale e una delegazione di lavoratori
sono stati ricevuti da alti dirigenti del Ministero dei Trasporti, ai quali sono state rappresentate dal
Sindacato tutte le problematiche in ordine alla crisi che il settore dei servizi complementari e di
supporto sta attraversando.
In tale ambito sono state evidenziate e poste tutte le questioni relative alla occupazione e alla tutela
del reddito dei lavoratori del settore, con un riferimento specifico all’accompagnamento notte e
alla manutenzione dei rotabili notte che in questo momento rappresentano la priorità da
affrontare.
L’esito della lunghissima riunione tra il Ministero dei Trasporti e il Sindacato e la delegazione dei
lavoratori è stato quello di aver ottenuto, con una convocazione per il 24 ottobre prossimo disposta
d’ordine direttamente dal Ministro dei Trasporti, l’apertura di un tavolo con la partecipazione del
Gruppo FS e di Trenitalia, finalizzato ad affrontare i problemi e la crisi del settore dei servizi in
appalto.
Lunedì prossimo dunque inizieremo ad affrontare gli aspetti che hanno determinata la crisi con il
preciso intento di trovale le soluzioni ai problemi occupazionali e porre rimedio ai licenziamenti che
sono già stati comunicati ai lavoratori dell’accompagnamento notte e della manutenzione.
La vertenza continua e vi terremo aggiornati sull’evoluzione della trattativa.
Le Segreterie Nazionali
Roma, 21 ottobre 2011

mercoledì 12 ottobre 2011

CNL delle Attività Ferroviarie


CNL delle Attività Ferroviarie
 Il giorno 6 ottobre è ripreso il confronto sul rinnovo del CCNL delle Attività Ferroviarie con la partecipazione dei Rappresentanti del Ministero, di Federtrasporto, di Ntv e di Ancp.
Il Rappresentante del Ministero ha aperto la riunione facendo un’attenta disamina sullo stato dei lavori che, di fatto, non registrano alcun progresso quindi, al termine dell’analisi, ha proposto un percorso propedeutico nel definire le distinte norme con cui si articola il trasporto ferroviario nazionale (AV, M/L percorrenza, Trasporto Regionale, Merci). Inoltre, al fine di dare un concreto impulso alla ripresa della trattativa, ha stimolato le parti nel comporre un indice che contenga una serie d’istituti contrattuali da definire nel contratto nazionale di settore e quelli, viceversa, che possono essere trattati a livello aziendale. Proposta, questa, giudicata positiva dalla parte sindacale del tavolo giacché corrisponde da quanto contenuto nella piattaforma contrattuale.
A seguire Federtrasporto ha mostrato la propria soddisfazione asserendo che tale proposta è quanto già contiene l’impianto contrattuale a suo tempo presentato alle OO.SS. Nazionali. Pertanto ha suggerito un’accelerazione, in merito al percorso da seguire, con l’istituzione di un tavolo di trattative parallelo a quello ministeriale in materia di rinnovo del contratto aziendale.
Da parte sindacale, per condividendo la necessità di velocizzare la negoziazione, ci siamo resi disponibili a proseguire il confronto solo in sede ministeriale. Al contrario, visto l‘alto grado di vertenzialità con il Gruppo FS motivo dello sciopero del 21 ottobre p.v., non possiamo accettare tale proposta altresì, abbiamo invitato il Gruppo FS a mitigare il “gelido”  clima aziendale, in merito alle relazioni industriali e atti unilaterali, che non aiuta certo la trattativa.
Il confronto proseguirà, in sede ministeriale, il giorno 10 ottobre p.v.

martedì 11 ottobre 2011

PERSONALE DI BORDO TRENO

SBB Cargo Italia, impresa ferroviaria privata leader nel trasporto di merci, continua l’espansione della sua attività.
SBB Cargo Italia propone e produce, autonomamente e con mezzi propri, la gestione dei treni offrendo un servizio di qualità, puntualità e affi dabilità ai suoi clienti. L’azienda è caratterizzata da un ambiente internazionale, giovane e dinamico, che pone attenzione allo sviluppo professionale delle/dei collaboratrici/ori, ai valori della fi ducia, del senso di appartenenza e dell’orientamento al servizio. Per sviluppare nuovi traffi ci ed espandere la nostra rete stiamo cercando:

PERSONALE DI BORDO TRENO


Per poter svolgere
le attività sull‘infrastruttura nazionale, il candidato deve essere in possesso di adeguati requisiti ed essere formato secondo standard defi niti da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) e dall’ ANSF (Agenzia Nazionale Sicurezza Ferroviaria):
- età minima 18 anni;
- diploma di scuola media superiore presso: istituti tecnici industriali; istituti tecnici professionali; istituti tecnici per geometri, licei scientifici e ragioneria;
- superamento delle prove d’idoneità fi sica e psicoattitudinale, durante il percorso di selezione.

Il candidato ideale ha un’età compresa tra i 25 e i 29 anni, precedenti esperienze professionali, anche non in ambito ferroviario, e possiede un’acuità visiva prossima alla perfezione. Dopo il periodo di formazione e il conseguimento dell’abilitazione necessaria, il personale verrà utilizzato a bordo della locomotiva in affiancamento al macchinista. La figura professionale potrà avere un’evoluzione verso altre abilitazioni nell’ambito della formazione/ accompagnamento treno - verifica del materiale rotabile e successivamente anche nell’ambito della condotta. Saranno inseriti oltre 30 candidati.

La parte teorica si svolgerà presso il Centro di Formazione sito in Gallarate (VA), mentre il tirocinio pratico, sarà effettuato presso gli impianti produttivi della nostra Azienda. Dopo il periodo di formazione verrà assegnata una sede defi nitiva nelle regioni del Nord Italia. Attualmente l’azienda opera in Lombardia, Piemonte, Veneto e in Emilia Romagna.

Gli interessati, ambosessi (l. 903/77) possono candidarsi compilando il formulario presente sul sito www.sbbcargo-international.com, cliccando su “Offerte di lavoro” (in alto a sinistra della pagina); poi “Posti di lavoro”; infine cliccando il link http://sbb.easycruit.com/vacancy/582503/78832?iso=it si potrà procedere con la candidatura autorizzando al trattamento dei dati personali (D.Lgs. 196/03). Le prime fasi della selezione saranno curate da SHL Italy S.r.L. Unipersonale (Autorizzazione Ministero del Lavoro 13/I/21124 - 2007)

venerdì 7 ottobre 2011

IL SERVIZIO " NOTTE" E' AL PARAURTI

Alitalia ha messo in vendita i voli Reggio Calabria-Torino (anche online www.alitalia.it).
I voli partiranno dal 10 ottobre, cioè da lunedì prossimo,  il collegamento sarà (almeno inizialmente) bisettimanale, lunedì e venerdì. L'aereomobile impiegato sarà un  Airbus 319.
Si tratta di un collegamento fortemente richiesto, da molto tempo, dalla folta comunità calabrese a Torino. Più volte promesso è diventato operativo per iniziativa dell'aeroporto dello Stretto di Reggio Calabria che ha indetto una gara europea per assegnare questo collegamento. La gara é stata vinta da Alitalia che ha deciso di impiegare aeromobili piuttosto capienti, da 144 posti, evidentemente in previsione di un buon successo di passeggeri. La tariffa di lancio, da 67 euro, sembra favorevole, in grado di stimolare una forte richiesta.: ricordiamo che un biglietto di seconda classe in treno costa circa 130 euro per un viaggio di circa 14 ore....


Il timetable:
AZ 1196 Torino – Reggio Calabria 10:45 12:40 Lunedì
AZ 1197 Reggio Calabria – Torino 13:25 15:15 Lunedì
AZ 1196 Torino – Reggio Calabria 11:30 13:25 Venerdì
AZ 1197 Reggio Calabria – Torino 14:10 16:05 Venerdì
Tariffe a partire da 53 euro a tratta più tasse, cioè circa 70 euro a tratta.

lunedì 3 ottobre 2011

MAI ABBASSSARE LA GUARDIA

VILE AGGRESSIONE RAZZISTA E MACHISTA A FIGURA DI SPICCO DELLA COMUNITA' SOMALA TORINESE.

Suad Omar, cittadina italo –somala, madre di 5 figli, attivamente impegnata da venti anni nella vita culturale, sociale e politica torinese, è stata vittima di un attacco vergognoso in un bus pubblico di Torino. Venerdì 30 settembre alle ore 16 e trenta si recava con il 63 presso l’ospedale Mauriziano per prestare il suo servizio di mediatrice culturale. Poco prima di scendere alla fermata Amerigo Vespucci, viene aggredita brutalmente da un uomo italiano di mezza età, che prima la insulta volgarmente, chiamandola puttana e troia e dopo inizia a darle calci e pugni fino a romperle gli occhiali e provocarle gravi lesioni alle costole.
L’atmosfera sul bus, come capita spesso, è tesa: c'è chi fa finta di nulla, chi rimane sconvolto senza il coraggio di muovere un dito. Alla violenta aggressione reagiscono solamente due ragazzi africani che cercano di aiutare la vittima. Anche Suad non subisce passivamente l'attacco.
Poco dopo l'autista ferma il pulmann per telefonare al 112 e apre le porte. L'aggressore riesce così a fuggire. Di fronte delle proteste di Suad circa l'operato dell'autista, che di fatto ha facilitato la fuga dell'aggressore, gli operatori di GTT giunti sul posto successivamente, spiegano che il regolamento vieta loro di intervenire in casi simili.
Nonostante lo shock e il dolore, Suad decide di dare visibilità alla violenza subita, informando le amiche, la rete di facebook e decidendo di avvalersi di un avvocato. Chiede ai carabinieri di visionare i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti sull'autobus, di cercare l’uomo che l’ha aggredita solo perchè donna e “diversa”.
Negli ultimi anni le aggressioni a cittadini di origine africana sono state numerose. Le donne, le donne straniere ancora di più, sono soggette a continue violenze nei luoghi pubblici senza la minima possibilità di difesa. Le parole che offendono, l'umiliazione e le botte la dicono lunga sul nostro clima di convivenza, sull'inadeguatezza delle istituzioni che non riescono a prendere una posizione più netta a difesa delle donne, contro il razzismo e la misoginia che si manifesta nelle nostre strade e nelle nostre vite.
L'aggressione subita da Suad è l'ennesimo attacco a tutte le donne. Non deve passare inosservato. Giustizia deve essere fatta!

domenica 2 ottobre 2011

concorso VVFF in Valle


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CLICKA SUL TITOLO PER LEGGERE IL BANDO DI CONCORSO!

IN BOCCA A L  LUPO A CHI PARTECIPERA'






martedì 27 settembre 2011

ARENAWAYS FFSS E REGIONE PIEMONTE NEL MIRINO.

Pd, Moderati, Udc, Api: non vogliono liberalizzare il servizio
Partita in sospeso Conto alla rovescia per decidere il futuro del primo operatore ferroviario privato: il servizio sulla tratta Torino-Milano e il «treno del mare», diretto in Liguria, sono stati sospesi Guerra aperta sulle ceneri di Arenaways: prima compagnia ferroviaria privata azzoppata dall’Ufficio per la regolazione del traffico ferroviario - e, sostengono i suoi difensori, dal combinato disposto Trenitalia-Regione - subito dopo essersi ritagliata uno spazio nel servizio del trasporto pendolari sulla tratta Torino-Milano.

Il fronte è quello politico, segnato dal fuoco di sbarramento di Pd, Moderati, Udc, Api contro Regione e Trenitalia: entrambe accusate senza mezzi termini di un sodalizio tutt’altro che virtuoso per sbarazzarsi di un rivale. Giovedì il caso sarà trattato in Consiglio regionale dalle commissioni Bilancio e Trasporti. Il vero attacco è partito ieri ad opera dei parlamentari Portas, Merlo, Esposito, Vernetti e Calgaro, affiancati da consiglieri di minoranza e maggioranza (Leo, Giovine, Angeleri). Era presente anche Arena.

Nel mirino, il fenomeno delle liberalizzazioni fasulle e, a cascata, l’ad delle Fs Mauro Moretti con l’assessore regionale ai Trasporti Barbara Bonino. Il meno diplomatico è stato Esposito: «Questa partita è stata messa in campo da Moretti per chiudere alle sue condizioni l’accordo con la Regione sul contratto di servizio. L’assessore Bonino ha accettato il ricatto». Non solo: «Nell’accordo Regione-Trenitalia sul rinnovo del materiale rotabile le aziende piemontesi non sono state aiutate». «Vicenda segnata dall’irresponsabilità della Regione e dalla responsabilità di Moretti», è intervenuto Giorgio Merlo.

Polemica inaccettabile, secondo la Regione. «Con Trenitalia abbiamo ottenuto l'investimento di 280 milioni in 3 anni in treni nuovi o revampizzati, mentre oltre 60 milioni sono stati stanziati come contributo al 60% alle aziende per sostituire i bus Euro 0 circolanti sulle nostre strade», replica Bonino. Quanto alle accuse di Esposito, e di Merlo, «se credono che Moretti, abbia esercitato o sia in grado di esercitare pressioni indebite procedano nelle sedi opportune, altrimenti, basta con la disinformazione».

Un battibecco che non incide su un cronoprogramma vincolato a scadenze precise: domani sarà pubblicato il bando per la vendita della società, fallita prima dell’estate ed ora in esercizio provvisorio; il 19 ottobre le offerte verranno depositate al Tribunale; il 20 seguirà l’apertura delle medesime.

Tre gli scenari riassunti da Leonardo Marta, il curatore fallimentare: nessuna offerta, alias sospensione della gara; aggiudicazione immediata a seguito di una sola offerta; più offerte sul piatto, quindi aggiudicazione il giorno stesso o il successivo. Offerte che dovranno essere congrue con il valore della società e con la garanzia dei posti di lavoro dei 74 dipendenti formati da Arenaways. Almeno due le cordate in pista: quella messa in piedi da Giuseppe Arena ruota su due imprenditori piemontesi - stando a indiscrezioni uno sarebbe Ambrogio Trasporti, operatore specializzato nella logistica ferroviaria -, cui seguirà un socio olandese (forse Autoslaap, che già affianca Arenaways nei servizi con l’estero); la seconda rimanda al gruppo britannico Arriva, controllato dalle ferrovie tedesche Deutsche Bahn. Interessi motivati dalla prospettiva di sbarcare sul mercato italiano intestandosi una società sana: chi compra, comprerà solo l’attivo, senza affrontare le pendenze legate alla vecchia gestione. Una buona occasione, che esclude da parte del Tribunale ipotesi di svendita.

venerdì 23 settembre 2011

Sciopero nazionale di 8 ore di tutto il personale Fs

Ferrovie, stop il prossimo 21 ottobre


Sciopero nazionale di 8 ore di tutto il personale Fs

A proclamare l’astensione dal lavoro, annunciata nei giorni scorsi a seguito della rottura delle relazioni industriali con l’azienda, sono le sigle sindacali del comparto: Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl Trasporti e Fast Ferrovie

domenica 18 settembre 2011

Il ccnl della mobilità

L' amministratore delegato: senza l' aumento delle tariffe sarà necessario tagliare

ROMA - Tagli del servizio o aumenti di tariffa. Non ci sono altri rimedi, secondo l' amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, alla riduzione dei trasferimenti statali dal governo agli enti locali. Oggi le Regioni riconsegneranno simbolicamente a Roma i contratti di trasporto pubblico locale, compresi quelli dei treni, che sanno di non poter più onorare economicamente e Moretti, in viaggio su un Frecciarossa Roma-Milano tutto dedicato allo start up delle imprese, chiosa: «Ci sarà un gravissimo problema di restrizione che dovremo ben considerare perché per noi significa perdere introiti. Comunque - ha aggiunto - i contratti hanno validità formale e se le Regioni non vogliono più i servizi ci sono clausole risolutorie, dicano cosa non vogliono più». Il manager è convinto che una soluzione si possa trovare: «Gli enti locali possono razionalizzare i servizi forniti da treno e autobus sulla stessa linea, per esempio, e concentrarli nelle grandi città e nelle ore di punta. E poi hanno la leva delle tariffe che non sono ancora al livello europeo». Moretti si è soffermato su un altro provvedimento della manovra approvata ieri: l' articolo 8 che introduce ampie deroghe ai contratti collettivi nazionali ma che, allo stesso tempo, impone, in particolare alle aziende ferroviarie, di attenersi al contratto di settore. «Una base contrattuale non dovrebbe impaurire nessuno» ha detto Moretti indirettamente rivolgendosi alle imprese private che hanno contestato il richiamo al contratto nazionale. Per Moretti non ha senso concedere deroghe alle aziende in start up, come il concorrente Ntv presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, perché «la nostra impresa ha sei miliardi di debiti che vengono da lontano e deve resistere sul mercato». Per questo l' amministratore delegato ha richiamato Confindustria alla difesa della contrattazione collettiva: «Confindustria - ha detto - deve essere un' organizzazione sindacale e non politica. E sui contratti deve difendere una base contrattuale anche minima ma comune». Quanto al contratto nazionale ormai scaduto, Moretti ha detto che dovrà essere rinnovato entro settembre «altrimenti liberi tutti». Il che equivarrebbe a una disdetta del contratto in corso. A proposito dei conti il manager ha affermato che saranno migliori del 2010 e delle previsioni semestrali. Moretti ritiene peraltro «ancora valida l' ipotesi di emettere bond da parte di Fs, visto che diversi sondaggi ci dicono che la nostra situazione è abbastanza tranquillizzante. Ma in questo momento non abbiamo bisogno di liquidità» ha concluso. Per la fine dell' anno è prevista invece la cessione della rete elettrica che con ogni probabilità vedrà come acquirente naturale Terna: «Ma prima dovrà essere fatta una valutazione della rete da parte dell' Autorità per l' energia». Quanto alla vicenda AnsaldoBreda, che ieri ha visto rincorrersi voci di cessione in Borsa, Moretti ha auspicato che in Italia non vengano liquidate tutte le aziende industriali e ha rimarcato che in altri Paesi si fa di tutto per difendere i «campioni nazionali» dalla concorrenza straniera.

Fonte: corriere.it

L'ESPRESSO PARLA DI CGIL E CGIL RISPONDE

Sparare sul sindacato - e in particolare sulla Cgil - pare sia diventato ormai uno sport nazionale che sembra affascinare troppi giornalisti. ...................................................................................
E' indubbio che le organizzazioni confederali danno fastidio; ci fu un collega dell'autore che arrivò a scrivere che i delegati sindacali sono diventati troppi, più dei carabinieri, un costo che il Paese non può sopportare.
Per tutte queste considerazioni ci riserviamo, pertanto, di valutare anche se esistono le condizioni per la richiesta di un risarcimento per il danno di immagine subito dalla nostra organizzazione. 

Susanna Camusso
Segretario Generale Cgil
http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=16339

venerdì 16 settembre 2011

Funzionario scomodo


Funzionario scomodo della Cgil: «Licenziato»
---------....................Sono il funzionario CGIL coinvolto nei tafferugli dello scorso 08 settembre a Salsomaggiore. La mia vicenda, balzata agli onori della cronaca nazionale come un qualcosa di fuori dal comune, e che ha lasciato tutti basiti, ha creato un terremoto mediatico durato poche ore. Come è noto la vicenda in sè per sé quasi banale, è stata riportata su quasi tutti i quotidiani nazionali. Perché? La risposta è semplice e scontata: Un funzionario della Cgil non può permettersi di esporsi in questo modo, ne va l’immagine dell’organizzazione.
Fortunatamente la dinamica dei fatti accaduti quel pomeriggio, è molto chiara, anche grazie alle registrazioni video, facilmente reperibili anche su internet. Quel giorno insieme ad altri compagni ci siamo ritrovati per attuare un’azione pacifica di dissenso nei confronti di una manifestazione che aveva ben poco di sportivo e molto di mera propaganda politica, a tal proposito ci tengo a specificare che i partecipanti alla competizione sono vittime come tutti, ma anche complici, in quanto avevano comunque la possibilità di rifiutarsi di partecipare. La protesta si stava risolvendo come nel più classico dei modi, come spesso avviene nelle manifestazioni non violente, quando un gruppo di persone non identificate, ha preso parte allo sgombro del presidio, e con insulti e violenza fisica, ha cominciato a creare disordine e tensione, sotto lo sguardo compiacente delle forze dell’ordine presenti, e reputate a mantenere l’ordine pubblico..............................................
http://www.liberazione.it/news-file/Funzionario-scomodo-della-Cgil---Licenziato-.htm

giovedì 15 settembre 2011

Difensori dei più deboli per contratto

..............................................................Esiste però la cronaca dei fatti. Eppure la Camusso, di fronte a tanta cronaca, ha deciso di replicare passando direttamente alle vie legali, ovvero querelando il Tg1 per diffamazione con annessa richiesta di danni. L’azione legale è stata intrapresa, altro fatto alquanto anomalo per un sindacato che è sceso in piazza per la libertà di stampa (di chi a questo punto, viene da chiedersi), saltando addirittura la casella del diritto di replica con richiesta di rettifica, come ha chiesto addirittura l’Associazione Stampa romana, il sindacato dei giornalisti della Capitale, storicamente vicina alla Cgil. Per dire, il giorno dello sciopero generale gli uffici del sindacato romano erano chiusi. Ma quando è troppo è troppo. «Dobbiamo ribadire con fermezza che riteniamo la denuncia per diffamazione un inaccettabile sistema intimidatorio nei confronti dei colleghi», recita una nota emessa in serata da Stampa romana, «non sarebbero mancati i metodi per rimediare, là dove lo si fosse ravvisato, a un errore o a un’incompletezza: la Cgil poteva chiedere una rettifica o di rendere conto delle proprie posizioni, magari attraverso un’intervista della stessa Camusso al Tg1. La libertà d’informazione si fonda su due cardini: l’autonomia dei giornalisti e la tutela dei cittadini, entrambe vanno tutelate pena uno squilibrio che finirebbe per mettere a rischio uno dei pilastri della convivenza democratica».
E ora la Camusso che fa, querela anche il sindacato romano?  Sostenendo, magari, che la nota di Stampa romana ha lo stesso tono diffamatorio del Tg1, accusato di aver trasmesso un servizio «lesivo dell’onore, della reputazione e dell’immagine della Cgil»...................................http://www.libero-news.it/blog.jsp?id=1672#.TnI8VpO6FxU.facebook


domenica 11 settembre 2011

Dal direttivo nazionale della CGIL

..................................................Come dire che è stata abolita la democrazia interna,cioè il voto vincolante degli iscritti alla CGIL come previsto dalle norme statutarie della nostra Organizzazione, perché a quel punto la consultazione dopo la firma è una colossale presa in giro, non rispettosa della dignità dei lavoratori.
Di fatto si vuole in questo modo imporre l'accordo del 28 giugno che non a caso non prevede il voto dei lavoratori e delle lavoratrici sui loro accordi.
Non riesco a capacitarmi del fatto che si discute, si delibera, si decide sui contratti e sulla democrazia senza che i diretti interessati possano mai pronunciarsi e decidere liberamente. Una vera e propria deriva che può riguardare la stessa mutazione genetica della CGIL, visto che è stato perfino possibile fare un documento nel mese di agosto con tutte le forze sociali e presentarlo al Governo, dove al primo punto è prevista la richiesta di inserire nella Costituzione il pareggio di bilancio, mentre il documento CGIL sulla contro-manovra dice esattamente l'opposto.
Nel Direttivo tutti hanno ritenuto opportuno di non parlarne.

http://www.lacgilchevogliamo.it/cms/la-cgil-che-voglia-su-direttivo-9-settembre 

CGIL dopo congresso

Maurizio Scarpa
Una storia sbagliata
“chi può più di quanto sappia, lascia il sapere e sceglie il potere”
Il 13 settembre riprenderò servizio nel mio “antico” luogo di lavoro. Non è una scelta volontaria ma un imposizione figlia di atto deciso “a maggioranza”. Chi mi conosce sa che ho sempre detto di ritenermi una persona fortunata perché in questi 21 anni di distacco sindacale ho ricevuto uno stipendio per fare ciò che mi piace: il sindacalista. Eppure la mia adesione alla mozione di minoranza “la Cgil che vogliamo” pare oggi un elemento ostativo a continuare a svolgere proprio il ruolo di sindacalista. L’alternativa che viene posta a chi dissente dall’attuale linea della CGIL quella di incarichi fuori dalla CGIL (che impedisce alcun contatto diretto con i lavoratori e le lavoratrici) oppure si viene messi alla porta.
La questione non è quindi il rientro “in produzione”, si sarebbe detto una volta, ma la motivazione perché questo avviene. Non ho voluto accettare ricatti, ne ora intendo subire passivamente discriminazioni. Rivendico il diritto di poter portare una posizione diversa anche tra i nostri iscritti e le nostre iscritte. Appare evidente come questo gruppo dirigente maggioritario nel nostro sindacato ormai ha come priorità la incondizionata ricerca di unità con CISL e UIL (ricambiata da continui schiaffi come dimostra anche la vicenda dell’art. 8 da loro sostenuto dopo aver firmato l’accordo del 28 giugno). Al contrario la ricerca unitaria al nostro interno è esplicitamente rifiutata come elemento di intralcio per i rapporti unitari con le altri sigle sindacali.
Purtroppo il dibattito che ha seguito il congresso è stato condizionato da una involuzione che ha ridotto gli spazi democratici per il pluralismo, dove la forza dei numeri ha portato a scelte unilaterali, come accaduto sullo statuto approvato per la prima volta a maggioranza, ed ora anche nella selezione dei gruppi dirigenti. Non è per vantarmi dei “gradi”, ma ricordo di essere stato nominato vicepresidente del direttivo CGIL per fare una riflessione. Questo incarico è in CGIL un incarico di quelli che si definiscono “di garanzia” cioè che non hanno “potere” ma svolgono un ruolo istituzionale di riconoscimento delle diverse anime congressuali. Non essendo la minoranza nella segreteria confederale, questo è l’unico incarico confederale “elettivo” ricoperto da un compagno della minoranza congressuale: rendergli difficile la propria attività sindacale è emblematico di quale sia l’idea di pluralismo della maggioranza in CGIL e non è certo un fulgido esempio di democrazia.
Chiedo ai miei amici una cosa sola: combattere contro la prevaricazione."Chi non conosce la verità è uno stolto, ma chi, conoscendola, la chiama menzogna è un delinquente." Betolt Brechthttps://www.facebook.com/notes/licenziati-dalla-cgil/fuori-unaltro-ma-dove-ci-porter%C3%A0-tutto-questo/164970633586163

le-bugie-di-sacconi-sullart-18-una-storia-operaia

Gigi Malabarba
Licenziato dalla Fiat. Una decina di anni fa, nel corso di un lunghissimo conflitto sindacale nello stabilimento Alfa Romeo di Arese, venni licenziato per motivi politici (così sarà riconosciuto) dalla direzione Fiat, che aveva acquisito il noto marchio del 'biscione' con tutti i suoi dipendenti. Allora ero operaio alla catena di montaggio e da oltre vent'anni delegato sindacale, anche con ruoli dirigenti, prima nella Fiom-Cgil e poi nel sindacalismo di base. Si dà il caso che, grazie ai meccanismi perversi di rappresentanza che dalla metà degli anni '90 conferiscono rappresentatività ai firmatari di contratti e non in misura proporzionale al voto dei lavoratori e delle lavoratrici, la maggioranza formale delle Rsu era costituita da organizzazioni che mal sopportavano la mia presenza in azienda tanto quanto la direzione Fiat.
Accordo sindacati-azienda. Per cui, dopo anni costellati da provvedimenti di espulsione attraverso liste pilotate di cassintegrati da collocare a 'zero ore' e di successive vertenze che riuscivano a vanificarne i propositi (stiamo parlando di decine di espulsioni e di reintegri.), una parte dei sindacati insieme all'azienda definisce accordi che consentono di concentrare alcuni dei lavoratori più sindacalizzati - e quindi scomodi - e alcuni invalidi in reparti destinati alla chiusura: tutti in mobilità, quindi nessuna discriminazione.
Reintegrato grazie all'articolo 18. E' attraverso il combinato disposto dell'azione dell'articolo 28 dello Statuto dei lavoratori (condanna dell'azienda per attività antisindacale) e dell'articolo 18 della medesima legge (obbligo di reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa) che ottengo il diritto a rientrare nel mio posto di lavoro. Il giudice del lavoro in prima istanza e la Corte d'Appello successivamente riconoscono l'esplicita volontà persecutoria della Fiat, a cui viene imposto di cancellare il provvedimento 'politico'.
Attacco all'articolo 18. Confindustria e governo Berlusconi, con l'appoggio di alcuni sindacati complici (la definizione è del ministro Sacconi) e di insigni giuristi democratici come il professor Pietro Ichino, decidono di sferrare un attacco aperto all'articolo 18, ricevendo una straordinaria risposta di massa: chi può dimenticare le centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici che invasero Roma il 23 marzo 2002, forse la più grande manifestazione del dopoguerra?
Fine della persecuzione. La Fiat, che sperava di beneficiare dei favori del governo amico, era ricorsa in Cassazione contro il mio reintegro. Ma, a pochi giorni dalla convocazione delle parti al Palazzaccio e di fronte all'assenza delle modifiche di legge sperate; anzi, alla vigilia di un referendum che chiedeva persino l'estensione dello Statuto alle aziende con meno di 16 dipendenti, per la prima volta nella storia - a quanto risulta per casi analoghi - rinuncia alla Cassazione e pone fine alla persecuzione.
Sacconi e Maroni a favore dei licenziamenti facili. Da allora il ministro Sacconi, così come il ministro Maroni, ma non solamente loro, si affannano a studiare le strade per imporre la libertà di licenziamento attraverso operazioni di aggiramento dello Statuto, legate all'introduzione di nuove norme contrattuali, cosiddette flessibili. Non contento, nell'attuale manovra finanziaria Sacconi ha inserito il famigerato articolo 8, che consente a una rappresentanza sindacale aziendale di poter derogare con un accordo alle leggi nazionali, ivi compreso ovviamente il noto articolo 18 dello Statuto.
Ministro bugiardo. Non ho bisogno di aggiungere argomenti per definire bugiardo il ministro che nega tutto ciò, ma non certo per ignoranza, dato che per i suoi trascorsi di dirigente sindacale della componente socialista della Cgil ben conosce la materia. Oggi sarebbe sufficiente non la maggioranza delle Rsu, terminali aziendali di sindacati comparativamente rappresentativi, ma un semplice sindacato di comodo (come il padano Sin.pa) che sottoscrivesse un accordo con l'impresa per cancellare con una firma leggi e contratti.
Un attentato alla Costituzione, senza ombra di dubbio. E sarebbe giusto, oltre agli scioperi e alle iniziative legali e istituzionali di ogni tipo evocate dai palchi dello sciopero generale del 6 settembre, provare anche ad agire con forme di insubordinazione non convenzionali, quando in pericolo è la democrazia. E cancellare per decreto le organizzazioni sindacali non complici è questo.
Ma come la mettiamo con l'accordo del 28 giugno sottoscritto dalle parti sociali, Cgil compresa, che consente le stesse identiche deroghe, anche quella sui licenziamenti, purchè si tratti di accordi aziendali sottoscritti dalla maggioranza delle Rsu dei sindacati firmatari di quel 'patto sociale'? In tutto il gruppo Fiat la Fiom e i sindacati di base non firmatari dei diktat di Marchionne sarebbero cacciati dalle fabbriche perché 'minoranza'! L'operaio e delegato sindacale Malabarba sarebbe stato licenziato e mai più reintegrato e tutta quella sollevazione popolare del 2002-2003 buttata al vento. Sacconi è un bugiardo, ma Susanna Camusso per poter contrastare la liquidazione dello Statuto dei diritti dei lavoratori deve ritirare quella firma di giugno, che ha aperto la strada al decreto governativo, come le chiedono la Fiom e tutte le forze sindacali non complici.
http://www.ilmegafonoquotidiano.it/news/le-bugie-di-sacconi-sullart-18-una-storia-operaia

giovedì 8 settembre 2011

5 SEMPLICI LEZIONCINE PER UNA BUONA RIFLESSIONE

Lezione n° 1
Un uomo va sotto la doccia subito dopo la moglie e nello stesso istante suonano al
campanello di casa. La donna avvolge un asciugamano attorno al corpo, scende le
scale e correndo va ad aprire la porta: è Giovanni, il vicino. Prima che lei possa dire
qualcosa lui le dice: "ti do 800 Euro subito in contanti se fai cadere l'asciugamano!"
Riflette e in un attimo l'asciugamano cade per terra... Lui la guarda a fondo e le da la somma pattuita. Lei, un po' sconvolta, ma felice per la piccola fortuna guadagnata in un attimo risale in bagno. Il marito, ancora sotto la doccia le chiede chi fosse alla porta. Lei risponde: "era Giovanni". Il marito: "perfetto, ti ha restituito gli 800 euro che gli avevo prestato?"
Morale n° 1:
Se lavorate in team, condividete sempre le informazioni!

Lezione n° 2
Al volante della sua macchina, un attempato sacerdote sta riaccompagnando una giovane monaca al convento.
Il sacerdote non riesce a togliere lo sguardo dalle sue gambe accavallate.
All'improvviso poggia la mano sulla coscia sinistra della monaca. Lei lo guarda e gli
dice: "Padre, si ricorda il salmo 129?" Il prete ritira subito la mano e si perde in
mille scuse. Poco dopo, approfittando di un cambio di marcia, lascia che la sua mano sfiori la coscia della religiosa che imperterrita ripete: "Padre, si ricorda il salmo 129?" Mortificato, ritira la mano, balbettando una scusa. Arrivati al convento, la monaca scende senza dire una parola. Il prete, preso dal rimorso dell'insano gesto si precipita sulla Bibbia alla ricerca del salmo 129.
"Salmo 129: andate avanti, sempre più in alto, troverete la gloria..."
Morale n° 2:
Al lavoro, siate sempre ben informati!

Lezione n° 3
Un rappresentante, un impiegato e un direttore del personale escono
dall'ufficio a mezzogiorno e vanno verso un ristorantino quando sopra una panca trovano una vecchia lampada ad olio. La strofinano e appare il genio della lampada.
"Generalmente esaudisco tre desideri, ma poiché siete tre, ne avrete uno ciascuno". L'impiegato spinge gli altri e grida: "tocca a me, a me....Voglio stare su una spiaggia incontaminata delle Bahamas, sempre in vacanza, senza nessun pensiero che potrebbe disturbare la mia quiete". Detto questo svanisce. Il rappresentante grida: "a me, a me, tocca a me!!!! Voglio gustarmi un cocktail su una spiaggia di Tahiti con la donna dei miei sogni!" E svanisce. Tocca a te, dice il genio, guardando il Direttore del personale.
"Voglio che dopo pranzo quei due tornino al lavoro!"
Morale n° 3:
Lasciate sempre che sia il capo a parlare per primo!

Lezione n° 4
In classe la maestra si rivolge a Gianni e gli chiede: 'Ci sono cinque uccelli appollaiati su un ramo. Se spari a uno degli uccelli, quanti ne rimangono?'
Gianni risponde: "Nessuno, perché con il rumore dello sparo voleranno via tutti".
La maestra: "Beh, la risposta giusta era quattro, ma mi piace come ragioni".
Allora Gianni dice "Posso farle io una domanda adesso?"
La maestra: Va bene.
"Ci sono tre donne sedute su una panchina che mangiano il gelato. Una lo lecca delicatamente ai lati, la seconda lo ingoia tutto fino al cono, mentre la terza dà piccoli morsi in cima al gelato. Quale delle tre è sposata?" L'insegnante arrossisce e risponde: "Suppongo la seconda... quella che ingoia il gelato fino al cono".
Gianni: "Beh, la risposta corretta era quella che porta la fede, ma... mi piace come ragiona"!!!
Morale n° 4: Lasciate che prevalga sempre la ragione.

Lezione n° 5
Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un
cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto: "Sono cieco, aiutatemi per favore". Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello. Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un'altra frase.
Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote.
Il non vedente riconobbe il passo dell'uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato.
Il pubblicitario rispose: "Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo".
Sorrise e se ne andò.
Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto:
"Oggi è primavera e io non posso vederla".
Morale n° 5: Cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi andrà meglio.

Se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo lavoro non è stato fatto con professionalità, rispondi che l'Arca di Noè è stata costruita da dilettanti e il Titanic da professionisti....
Per scoprire il valore di un anno, chiedilo ad uno studente che è stato bocciato all'esame finale.
Per scoprire il valore di un mese, chiedilo ad una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto.
Per scoprire il valore di una settimana, chiedilo all'editore di una rivista settimanale.
Per scoprire il valore di un'ora, chiedilo agli innamorati che stanno aspettando di vedersi.
Per scoprire il valore di un minuto, chiedilo a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l'aereo.
Per scoprire il valore di un secondo, chiedilo a qualcuno che è sopravvissuto a un incidente.
Per scoprire il valore di un millisecondo, chiedilo ad un atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d'argento.
Il tempo non aspetta nessuno. Raccogli ogni momento che ti rimane, perché ha un
grande valore. Condividilo con una persona speciale, e diventerà ancora più importante.
L'origine di questi racconti è sconosciuta, pare portino buonumore e fortuna a chi li manda e a chi li dice, quindi non tenerli per te.

Copiato e incollato da altra fonte.

mercoledì 7 settembre 2011

ASSUNZIONI A TORINO PN

FATTA LA MANOVRA STESO IL PARCHEGGIATORE

CONIO FRESCO DI GIORNATA

HANNO APERTO I DUECENTO TIR ARRIVATI IN NIGER, MA IL CARICO NON ERA IL TESORO DI GHEDDAFI ................DENTRO C'ERANO LE DISDETTE ALLE DELEGHE SINDACALI DI CISL E UIL.
UN GRAFFIO

domenica 4 settembre 2011


IN OMAGGIO ALL'ATTUALE AUTORITARISTICA SEGRETERIA SINDACALE PIEMONTESE CUI DOVREMO RINGRAZIARE PER L'ANNULLAMENTO DI UN INTERO COLLEGIO RSU CON I SUOI ATTI ILLEGGITTIMITI DI AVVICINAMENTO ALLA DIRIGENZA AZIENDALE PER POTER AVER LO SPAZIO DI MANOVRA.
LA LORO  PRIMA DIRIGENTE SINDACALE LI SMENTISCE E CONFERMA L'AUTOREVOLEZZA DEL VOTO DEI LAVORATORI QUALE ESPRESSIONE DEMOCRATICA DELLA RAPPRESENTANZA SINDACALE UNITARIA.
PECCATO CHE TALUNI SEDICENTI SINDACALSITI PROFITTANO DELLA POSSIBILITA' DI AZIONE LORO CONCESSA DAL RUOLO, ABUSANDO DI RSU E LAVORATORI.
LAVORATORI SUDDITI DEI SEGRETARI AUTORITARI CHE ADOTTANO SIMILI ABUSI  QUALE POLITICA DI GOVERNO DEI LORO ISCRITTI

MEDITATE GENTE MEDITATE




 

La povertà a portata di tutti!

INSORGE IL PD
«Le modifiche che la maggioranza apporta al testo dell'articolo 8 dimostrano in modo lampante che il Pd avesse ampiamente ragione a denunciare la portata devastante di questo articolo che è una vera e propria destrutturazione del diritto del lavoro, a partire dalla possibile cancellazione in un contratto aziendale dell' articolo 18 della Statuto dei lavoratori - una pura follia giuridica e politica -per arrivare alla messa in discussione di altri diritti fissati per Legge, Costituzione e convenzioni internazionali comprese». È la dichiarazione del senatore del Pd Achille Passoni, membro della Commissione Lavoro. Le modifiche apporta, dice Passoni «peggiorano il tema vergognoso della norma originaria, vale a dire la possibilità che 'tre amici al bar' si possano mettere d'accordo con l'imprenditore e stipulare un accordo aziendale, con contenuti devastanti per tutti i lavoratori, alla faccia della necessità di misurare con trasparenza chi rappresenta cosa». Per il democratico Giovanni Legnini, membro della commissione Bilancio, le modifiche all'articolo 8 apportate con gli emendamenti rappresentano «un passo avanti e due indietro»: «un passo in avanti perchè si recepisce l'accordo interconfederale del 28 giugno, due passi indietro perchè si introduce esplicitamente la possibilità di derogare a disposizioni di legge attraverso accordi territoriali e aziendali. Dicevano che non si toccava l'articolo 18 e invece è ora possibile e viene scritto espressamente».


http://www.unita.it/economia/manovra-passa-la-liberta-di-licenziare-1.328811

venerdì 2 settembre 2011

Torna il Primo Maggio e non solo Governo battuto!

Salve le feste del Primo Maggio, del 25 aprile e del 2 giugno ma non le feste patronali. È quanto prevede un emendamento alla manovra approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. Lo riferisce Vincenzo Vita del Pd a margine dei lavori a Palazzo Madama. Le tre feste civili non saranno più accorpate alla domenica. L'emendamento era del Pd ed è stato accolto dal relatore.

Governo battuto: Forza Sud con opposizioni
Governo battuto in commissione Bilancio al Senato su un emendamento presentato da Forza Sud alla manovra bis. L'esecutivo aveva, infatti, espresso parere negativo alla proposta di modifica sui certificati dei debiti alle pubbliche amministrazioni. L'emendamento è stato approvato con il voto favorevole delle opposizioni e della stessa Forza Sud.

Salvi i mini enti e i piccoli istituti di cultura e ricerca
Tra gli istituti che rischiavano di essere soppressi l'Accademia della Crusca e quella dei Lincei: non saranno più soppressi i mini enti con meno di 70 dipendenti, così come i piccoli istituti di cultura e di ricerca. È quanto prevede un emendamento alla manovra bis approvato in commissione Bilancio al Senato. L'emendamento, presentato dal Partito democratico, è stato poi accolto dal relatore di maggioranza, Antonio Azzollini (Pdl).

Lavori sospesi, si riprende domani
Sospesi i lavori sulla manovra in commissione Bilancio del Senato. Nel corso del pomeriggio sono stati approvati una decina di emendamenti all'articolo 1 e aggiuntivi e il governo è stato battuto su una proposta di Forza del Sud sottoscritto e votato da tutte le opposizioni che impone alle pubbliche amministrazioni la certificazione dei debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese sul quale governo e relatore avevano espresso parere contrario. La Commissione si riunirà domani alle 9.30 per proseguire il voto sugli emendamenti dall'articolo 2 in poi. L'obiettivo è di chiudere entro la giornata ma si potrebbe slittare a domenica.
2 settembre 2011

giovedì 1 settembre 2011

Con le ferrovie ci sono stati problemi: adesso a che punto siamo?

.....................Con le ferrovie ci sono stati problemi: adesso a che punto siamo?
Dopo neanche un anno di lavoro, siamo riusciti a rinnovare il contratto con Trenitalia, appianare i debiti per la gestione degli anni precedenti e avviare un piano di rinnovamento del materiale rotabile che prevede un investimento entro il 2014 di 280 milioni di euro per il ricambio del 52% delle carrozze attualmente circolanti. Non solo, ma abbiamo rivisto completamente il sistema di penalità e premialità e abbiamo congelato gli aumenti tariffari, fissandoli ad un innalzamento della qualità del servizio che dovrà essere certificato dagli utenti stessi..............

https://www.facebook.com/notes/barbara-bonino/la-regione-piemonte-strategico-per-le-infrastrutture-tre-miliardi-di-investiment/10150384642387985 

Il familismo..............oggi è di moda!

........................http://www.iltempo.it/politica/2011/09/01/1282186-berlusconi_spiego_manovra.shtml

E poi cosa è successo? «Quella sera stessa ho ricevuto le telefonate dei segretari di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, i quali hanno spiegato che si trattava di diritti acquisiti e di una norma a rischio di incostituzionalità. A quel punto, abbiamo fatto la cosa giusta accogliendo le loro osservazioni e l’abbiamo ritirata, senza alcun problema, perché non abbiamo timori di sorta sulla copertura della manovra»..................................

IL DISFORMISMO DEL SINDACATO ITALIANO , ad ognuno la sua!

La dimostrazione di chi per cosa.
Da ogni pulpito l'idea di chi fa meglio la lotta, sarebbe mica inopportuno che la lotta la si facesse dalla parte dei lavoratori?? Direte ma i sindacati fanno la lotta per i lavoratori, già ma quali?? Ognuno ha i suoi  e la lotta dei lavoratori cambia profilo e scivola in basso, tanto in basso da trasformare tutto in favori e clientele, dimentichi del carattere generale, protetti dall'alone di benaltrismo tanto caro a certe segreterie. Leggendo le dichiarazioni dei segretari maximum
 non occorre manco interpretare cosa dicono. E' palese la lotta di prepotente protagonismo che taluni hanno messo in campo quale strategia propagandistica sindacale. E' palese come non sia consolidata una strategia univoca e forte, nonostante i proclami di lotta, è palese l'attività di stampella ed alleanza per la sopravvivenza. Tutto da ridipingere tutto forse. Quello che vedi in questi giorni, somiglia più ad un libretto di disegni da colorare che ad un fronte sindacale rappresentativo del  lavoro dipendente.
Da qui ripartendo, bisogna ridisegnare innovando, il mondo del lavoro con spinte necessariamente protezionistiche verso i l futuro dei giovani. Come faremo a dare un futuro in questo paese ai giovani se chi oggi lavora dovrà rimanere a lavoro sine die??
Quasi stiamo creando la lotta tra la casta dei vecchi lavoratori contro la fazione frondista dei giovani disoccupati. Dobbiamo invertire la rotta, chiedendo che il lavoro flessibile costi molto di più del lavoro stabilizzato. Il maggior costo sia garanzia delle future pensioni, riformando il fronte del lavoro dipendente creando un nuovo FORTE patto generazionale  potrà essere garanzia di futuro per tutti.

ANGELETTI - “Ecco come si vince anche senza fare scioperi. Il Governo ha ascoltato le nostre ragioni e ha cancellato quell’assurda norma sulle pensioni”. Così il leader Uil, Luigi Angeletti. “Le nostre pressioni e le nostre argomentazioni hanno avuto buon gioco.
Siamo riusciti a convincere senza costringere i lavoratori a perdere soldi con astensioni dal lavoro di dubbia efficacia. Ora la nostra mobilitazione prosegue - aggiunge Angeletti - a partire dal presidio di domani davanti al Senato, per ottenere ulteriori miglioramenti della manovra”.
BONANNI: "IL GOVERNO CI HA ASCOLTATO" -  “Le pensioni non si toccano. Il Governo ha accolto la nostra richiesta di stralciare la norma che avrebbe causato un danno al personale che aveva riscattato la laurea ed il servizio militare. Ci attendiamo ora ulteriori modifiche alla manovra nel segno dell’equita’, della giustizia sociale e del taglio ai costi della politica”. Lo ha detto il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni aprendo i lavori del Comitato Esecutivo della Cisl in corso a Roma.
“Mi dispiace per la Camusso e per la Cgil  - ha aggiunto Bonanni -, con lo stralcio delle norme sulle pensioni ottenuto grazie alla pressione in queste ore di Cisl e Uil, vede scomparire l`assist per fare uno sciopero generale, peraltro già discutibile e dannoso in questo momento per la situazione economica del paese”.

CAMUSSO -  “Nessuno pensi di fare il grillo parlante e dire che non ci sono piu’ le ragioni dello sciopero”. Cosi’ Susanna Camusso, segretario Generale della Cgil, conferma lo sciopero generale indetto per il 6 settembre, durante il suo intervento all’Attivo del sindacato torinese a Torino.
“Le ragioni dello sciopero c’erano gia’ prima della norma sulle pensioni - spiega Camusso - e l’iniquita’ della manovra rimane. “Fossi in Cisl e Uil aspetterei a cantare vittoria e attenderei i provvedimenti successivi”. Comunque secondo Camusso “se verra’ confermato che il Governo ha ritirato questo provvedimento - conclude - questo passo e’ figlio della mobilitazione della Cgil”.




mercoledì 24 agosto 2011

Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata.

E' la verità, in rete ci trovi di tutto, anche un po' di coraggio!
Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d'ospedale.
A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un'ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo. Il suo letto era vicino all'unica finestra della stanza. L'altro uomo doveva restare sempre sdraiato.
Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore. Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, e dei viaggi che avevano fatto. Ogni pomeriggio l'uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra. L'uomo nell'altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e dai colori del mondo esterno. La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto. Le anatre e i cigni giocavano nell'acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo.
Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c'era una bella vista della città in lontananza.
Mentre l'uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l'uomo dall'altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena. In un caldo pomeriggio l'uomo della finestra descrisse una parata che stava passando. Sebbene l'altro uomo non potesse sentire la banda, poteva vederla con gli occhi della sua mente così come l'uomo dalla finestra gliela descriveva. Passarono i giorni e le settimane. Un mattino l'infermiera del turno di giorno portò loro l'acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell'uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L'infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo. Non appena gli sembrò appropriato, l'altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra. L'infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo. Lentamente, dolorosamente, l'uomo si sollevò su un gomito per vedere il mondo esterno. Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicina al letto.
Essa si affacciava su un muro bianco. L'uomo chiese all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto
a descrivere delle cose così meravigliose al di fuori da quella finestra. L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro. "Forse, voleva farle coraggio" disse. Vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione.
Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata.
Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare oggi.
La vita è un DONO, è per questo motivo che si chiama PRESENTE!

domenica 21 agosto 2011

IL DISFORMISMO DEL SINDACATO ITALIANO

ORMAI LA BRECCIA E' STATA APERTA. LA NON CONGRUITA' UNITARIA LASCIA CAMPO LIBERO ALL' ANTI DEMOCRAZIA. VA BENE L'INNOVAZIONE PROTETTIVA DELLA SOCIETA', MA.........................UN NUOVO PATTO GENERAZIONALE DA RICREARE A GARANZIA DEL FUTURO DEI GIOVANI................A QUANDO????????



Cari amici di Cisl e Uil,
usiamo una forma inusuale, ma sicuramente la situazione non è ordinaria, per porvi pubblicamente qualche domanda, per ritrovare qualche coerenza nelle scelte del sindacato confederale in una fase così difficile.
La situazione che stiamo attraversando, è molto grave, la crisi mondiale spiega solo in parte il nostro Paese, che è in forte declino ed ha alle spalle tre anni, persi dal Governo a negare la crisi.
Il giudizio sulla negazione della crisi ed i provvedimenti sbagliati, l’ossessione del Governo per la rottura dell’unità sindacale, ci hanno visto divisi in questi anni, in particolare, per l’operato del Governo sulle questioni del lavoro.
Infatti, fin dalla terz’ultima manovra all’idea di difendere nelle pubbliche amministrazioni il potere contrattuale, quanto meno sulle problematiche organizzative e sulle condizioni di lavoro, si è da parte vostra preferito sostenere la legge 150 e la conseguente negazione della contrattazione.
Ma fingiamo per un attimo che tutto ciò sia il passato, ora siamo di fronte ad una terza manovra, con caratteri di iniquità che pensavamo inarrivabili.
E’ evidente, dai commenti degli ultimi giorni, che i giudizi sono - se possibile - ancora più distanti, leggiamo che avremmo dovuto aprire una discussione cauta, diplomatica….. Vorremmo dirvi, che discussioni ne abbiamo fatte molte, sempre proposte da noi, ma efficacia ne abbiamo vista poca.
Soprattutto, vorremmo sottolineare che siamo per le discussioni esplicite e trasparenti, che comunque sono meglio degli incontri “clandestini e secretati” che contraddicono quanto si fa “insieme” ed in “pubblico”.
Siamo alla ricerca di risposte, e ci scusiamo se utilizziamo un’intervista del Segretario Bonanni, il 12 agosto sul Corriere della Sera veniva dichiarato: “siamo sempre stati contrari ad ogni ingerenza del legislatore. Quelle norme hanno funzionato proprio grazie all’accordo tra le parti sociali. Se si ritiene che il mercato del lavoro debba essere ancora più regolato, la soluzione va ancora una volta ricercata tra noi. Con questo bipolarismo c’è il rischio che tutto diventi la tela di Penelope oggi il centro destra fa così, domani arrivano gli altri e cambiano…….e lo stesso discorso vale per qualsiasi eventuale, insensata modifica dell’art. 18”.
Possiamo chiedervi cosa è cambiato il 13 agosto alla presentazione della manovra?
L’art. 8 della manovra non è un attacco alla autonomia delle parti?
Non è un tentativo di cancellare, perché cambia la gerarchia delle fonti, l’intesa del 28 giugno con Confindustria?
Non è forse chiaro che trasformare l’art. 18 in materia contrattabile di non meglio identificate “rappresentanze sindacali operanti in azienda”, mina l’efficacia dell’articolo stesso?
Non è forse evidente che una norma che non si basa sulla rappresentanza, e affida poteri su tutte le materie fuori dai contratti, è la proliferazione di qualunque forma di sindacalismo ed un attacco esplicito al sindacato confederale?
Ed ancora, da quando una legge può rendere vigente retroattivamente un accordo sindacale separato e che prevede l’esclusione di una grande organizzazione sindacale?
Non eravate voi che respingevate l’ipotesi che fosse la legge a definire il solo voto dei lavoratori perché lesivo della funzione delle associazioni sindacali?
Abbiamo più volte discusso della necessità che sui costi della politica non si finisse nel qualunquismo e nella riduzione degli spazi di partecipazione, non possiamo dire che la manovra da invece una risposta demagogica perché taglia, senza neanche indicare i risparmi, Comuni e Province senza nessun criterio? Inoltre, si scaricherà sui cittadini (a reddito da lavoro dipendente e pensione) perché non agisce sull’efficacia, ma anticipa il federalismo fiscale a compensazione dei tagli agli enti locali previsti nella manovre.
Altre domande ci vengono sull’accanimento sulle municipalizzate, sull’aggressione agli enti locali mentre nulla si dice sulle consulenze dei ministeri e sulle nomine politiche in sanità.
Forse, nel frattempo, si fa strada l’idea dello stato minimo?
Potremmo parlare di collocamento obbligatorio e dei reparti confino per i disabili?
Abbiamo visto che sui lavoratori pubblici ci sono punti di sintonia, ma come portiamo avanti queste rivendicazioni?
Come si fa a dire che i deboli sono risparmiati dalla manovra quando i tagli saranno tutti sui servizi?
Certo ci vuole una vera riforma degli assetti istituzionali, si può fare una proposta comune e decidere di sostenerla?
Delega assistenza e fisco, sappiamo, che è costruita per far cassa e non per abbassare la pressione fiscale? Possiamo ricostruire una piattaforma sul tema?
Le fasi di divisioni sono difficili per tutti, bisogna governarle perché non si traducano in comportamenti inaccettabili e lesivi del dovuto rispetto reciproco, rispetto alle persone e alle organizzazioni. Pluralismo e democrazia richiedono innanzitutto rispetto, e la Cgil farà di tutto perché non venga meno, ma vorremmo suggerirvi che se la Cgil, in assenza di scelte unitarie, prende una decisione così seria come lo sciopero generale, lo fa perché guarda al Paese, ai lavoratori, ai pensionati.
Non siamo abituati a guardare dal buco della serratura in casa di altri, ci aspettiamo lo stesso rispetto.
Scusandoci per la schematicità, vorremmo ribadire che lo scopo di questa riflessione e di queste domande è l’incrollabile volontà di costruire una proposta ed un’iniziativa comune.
                                                                                                                                                                                                                                               Segreteria Cgil

sabato 20 agosto 2011

La Camusso, e quella pistola carica per B.



Giorni fa, mentre ero ai giochi nel parco di piazza Vittorio con mio figlio, avevo ricevuto la telefonata di una signora iraconda: “Sono Susanna Camusso!“. Avevo appena fatto in tempo a rispondere “Buongiorno”, che lei mi aveva investito come un fiume in piena: “Quand’é che lei la finisce di scrivere falsità su di me?”.

Avevo in realtà scritto due articoli sul cosiddetto “accordo del 28 giugno” che, per uscire dalle solite fumisterie del sindacalese, e per renderne più comprensibile il senso, ho ribattezzato “porcellum sindacale“. Aveva ragione ad arrabbiarsi con me, la Camusso. In base a quel patto, infatti, in una fabbrica basta mettere insieme il cinquanta per cento dei delegati sindacali per non dover sottoporre.............

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/19/la-camusso-e-quella-pistola-carica-per-b/152376/