La mobilità sostenibile

La mobilità sostenibile

martedì 28 dicembre 2010

SERFER ASSUME DOMANDE ENTRO IL TRE GENNAIO 2011

http://www.serferonline.com/contatti.htm

venerdì 24 dicembre 2010

Notizie su CFL vai in fondo al blog e scarica il modello di domanda



Nella serata di ieri si è svolto il programmato incontro con FS sul tema della regolarizzazione dei CFL in conseguenza della nota sentenza a sezioni riunite della Cassazione.
Come si ricorderà la sentenza, modificando precedenti orientamenti giurisprudenziali, ha definitivamente riconosciuto che i periodi svolti in CFL, se seguiti dalla conferma del rapporto di lavoro, danno titolo al riconoscimento a tutti gli effetti del periodo trascorso con il precedente contratto di lavoro.
FS, per evitare il rinnovarsi di un contenzioso sproporzionato, si era impegnata a risolvere la questione nei confronti degli aventi titolo. Rileviamo che nel corso della riunione di ieri FS ha parzialmente modificato la propria posizione sia in ordine alla procedura adottata sia nel merito del contenzioso.

Riepilogando la situazione è la seguente.

FS non agirà d'ufficio ma chiede che siano gli interessati a presentare domanda di regolarizzazione. Sarà utile che tutti gli interessati producano tale istanza esclusivamente a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, in quanto l'azienda solleva obiezioni rispetto alla registrazione del protocollo presso le segreterie amministrative.
Chi avesse in corso il contenzioso in sede giudiziale deve rapportarsi con il proprio legale perché solo attraverso questi l'azienda accederà alla successiva fase conciliativa.
Per gli altri domandanti, FS procederà a rilevare il diritto e al ricalcolo delle spettanze e a proporlo in forma transattiva in sede sindacale.
L'azienda opererà solo per il riconoscimento degli scatti di anzianità e non anche della ricostruzione economica del rapporto di lavoro (automatismi, avanzamenti). A tal proposito FS ci comunica e conferma che eccepirà sempre i termini della prescrizione quinquennale per cui, chi fa oggi la domanda per la prima volta vedrà conteggiarsi l'arretrato per i precedenti cinque anni, mentre chi avesse già in passato interrotto la prescrizione potrà riconoscere il periodo pregresso documentando e provando il proprio diritto.
Per l'azienda sono esclusi anche i lavoratori che hanno sottoscritto accordi transattivi con la clausola della risoluzione di ogni altro contenzioso e quei ricorrenti che hanno ottenuto una sentenza passata in giudicato.

Le soluzioni illustrate non ci hanno soddisfatto.
Abbiamo chiesto che:
a. i termini di una eventuale prescrizione debbano agire a partire dalla sentenza della Cassazione in quanto questa ha rappresentato un effettivo cambio di giurisprudenza tale da determinare una rilettura di tutto il contenzioso;
b. la prescrizione non è affatto automatica e, per la particolare condizione che si è determinata (contenzioso ultra ventennale), questa potrebbe non essere eccepita;
c. recupero di tutte le posizioni di quei lavoratori che, loro malgrado, hanno sottoscritto clausole transattive sostanzialmente come patti leonini (ad esempio transazioni per funzioni superiori svolte).
Le risposte aziendali sono state tutte negative.

Per quanto sopra è necessario che gli interessati presentino la domanda di riconoscimento alla propria azienda.
Altri sviluppi, non ultimo quello relativo alla contestazione della prescrizione e del diritto alla ricostruzione economica dovranno essere valutate dai legali.

 al fondo del blog  lo schema di domanda da inoltrare.
Saluti.
giulio

mercoledì 22 dicembre 2010

NewsLetter n°4 : Presenziamento saletta rsu 20/12/2010

 
NewsLetter n°4 : Presenziamento saletta rsu
20/12/2010
 
Anche questa settimana le segnalazioni inviateci serviranno a tenere informato il Bordo sulle ultime novità.
 
Ringrazio vivamente la collaborazione di tutti, ma principalmente chi ha creduto nella formazione di un gruppo di lavoro UILT Bordo.
Come dimostrato fin'ora cercheremo, anche col nuovo anno, ad affrontare i problemi del nostro lavoro con professionalità, puntualizzando maggiormente gli aspetti legati al nostro compartimento Piemonte. Un esempio sono stati gli argomenti trattati nel 2010: parcheggio, mensa, soldi falsi, colonna da cst sulla Bologna, vandalismo a bordo, CFL, IVU, ...
 
Ricordo a tutti che dalla prossima edizione del nuovo Notiziario Bordo Piemonte sarà divulgato gratuitamente agli iscritti UILT. Chi volesse continuare a ricevere le future edizioni, fin'ora potrà richiederlo semplicemente al mio indirizzo email.
 

  • TMR : TURNO
Il 23 dicembre cambia nuovamente il turno, ma segnaliamo che le modifiche riguardano principalmente alcune prove freno ai treni.
 
  • ISR Torino PN : colonna 87/88
La novità del turno di Torino riguarda due treni sulla linea Milano PG - Alessandria. L'abilitazione alla linea è stata oggetto di discussione nell'ultima scuola professionale organizzata. Segnaliamo solo alcuni aspetti:
- In distribuzione si ritirano i biglietti per la metro di Milano, per spostarsi dalla stazione centrale a PG (linea M2 verde).
- La sosta per il pasto serale è previsto a Milano PG, fruibile presso il locale convenzionato con smart-card "Woodstock". Si esce dalla stazione su una piazza, prendere la via grande di fronte, ancora 30mt il locale è sulla destra. Non ha un menu fisso, ma ciò che si prende si defalca dal valore della strisciata.
- BFC e tecniche arrivano con il materiale in arrivo, mentre le prescrizioni di movimento si ritirano dal DM.
- Ad Alessandria si alloggia all'hotel "Londra" fronte stazione.
NB: A Milano PG c'è una saletta riserve accessibile con una chiave custodita dal DM.
 
  • Contratti Formazione Lavoro
A distanza di 3mesi dalla lettera della Direzione che prometteva l'esame della posizione di anzianità per gli assunti CFL, non abbiamo più ricevuto novità. L'avvocato della sede UILT, quindi,  ha deciso di inoltrare le pratiche di ricorso per il riconoscimento dei due anni di anzianità. Tutti gli iscritti che hanno già compilato la modulistica saranno contattati dalla sede legale per l'incontro con la Direzione. Chiunque voglia attivarsi per il ricorso, può contattare direttamente la sede UILT o il Grupo Tecnico UILT Bordo Torino.
 
  • AUGURI
Lunedi 20 abbiamo festeggiato nella saletta rsu di Torino l'arrivo del Natale con spumante, panettone e la distribuzione delle agende e gadget agli iscritti. A chi non è riuscito a passare, il Gruppo Tecnico UILT Bordo e la Segreteria UILT Augura a turri Buone Feste, un Felice Natale ed un buon inizio 2011!!
 
CT Filaseta Mauro

CCNL Mobilità - INCONTRO con il Ministro

venerdì 17 dicembre 2010

Le RSU ed I DIRIGENTI di UILTrasporti Piemonte
AUGURANO  A  VOI  TUTTI   BUONE   FESTE
ED  UN  FELICE  2011

mercoledì 15 dicembre 2010

INVITO IMPORTANTE PER LA CIVILTA'

invito da solidarietà creativa ai suoi amici ferrovieri e non

NewsLetter n°3 : Presenziamento saletta rsu 13/12/2010 Notiziario Bordo Piemonte


NewsLetter n°3 : Presenziamento saletta rsu
13/12/2010
 
Notiziario Bordo Piemonte
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  • TMR : Fine Anno!
Il prossimo lunedì 20 dicembre sarà l'ultimo appuntamento del 2010 del Gruppo Tecnico UILT Bordo al presenziamento sindacale della saletta rsu di Torino PN. Pronti a discutere delle iniziative intraprese, del cambio turno e delle problematiche dell'intero TMR Piemonte, saremo lieti di festeggiare insieme a tutti gli iscritti e simpatizzanti. I consueti auguri di fine anno saranno accompagnati da una fetta di panettone ed alla distribuzione delle agende ai vecchi e nuovi iscritti UILT.

  • TMR : PDA 3.0
Da lunedì 13 dicembre è cominciata la distribuzione della nuova versione del PDA 3.0: Nuova veste grafica, nuovo turno (ISR Torino, IA Chivasso, IA Pinerolo), nuove schede commerciale, nuova guida materiali, etc...    Il Gruppo PDA, sempre attento ad aggiornare il programma, è a disposizione per accogliere consigli e suggerimenti utili al nostro servizio da Capotreno.

  • TMR : 12/12/2010 Cambio Turno
Come accade sempre al cambio turno, il gruppo tecnico UILT sta "studiando" il nuovo turno entrato in vigore dal 12 dicembre. Invitiamo TUTTI i colleghi che riscontrino anormalità o giornate fuori normativa, a segnalarlo immediatamente per poter agevolare le modifiche necessarie.
Segnaliamo:
--- Aosta: i treni Torino-Aosta composti da materiale pesante effettueranno un cambio trazione diesel/elettrico nella stazione di Chivasso. I documenti consegnati al PdA saranno già completi delle modifiche. Si ricorda al PdA il compito di "sorvegliare" tutte le operazioni di aggancio, sgancio e manovra.
Tutti i treni da/per Aosta sono privi di 1°classe.

  • Palmare . Nuova Gestione - libro di bordo -
Sembra oramai imminente la fornitura di nuovi palmari Samsung (premio SMAU a Trenitalia, collegamento link: http://www.fsnews.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=32bf2f65950cc210VgnVCM1000003f16f90aRCRD ).
Anticipiamo che dal 1° gennaio il collegamento "Documento Treno" sarà arricchito di due nuove funzionalità di servizio: inserimento presenza funzionari dell'ordine sul treno e segnalazioni guasti vettura. Con la compilazione di form attraverso il palmare, si invia l'anormalità alla SOR di competenza.

  • INFORMAZIONE a Bordo. Tutor alla SOR Torino.
La Dirigenza, attraverso ultime disposizioni, invita tutto il personale a curare l'informazione a bordo treno. Ferme restando tutte le criticità funzionali e manutentive del sistema OBoE, per riportare l'informazione a livelli di gradimento accettabili, si sono attivati tutti i canali di competenza al fine di motitorare, segnalare e rimediare tempestivamente ai guasti del sistema. Per ciò che ci compete:
-- ciascun Tutor contatterà il personale in servizio per monitorare l'efficenza dell'OBoE;
-- ciascun capotreno, cercando di curare maggiormente il sistema, dovrà attivarsi per segnalare ogni guasto.
 
 
CT Filaseta Mauro

domenica 12 dicembre 2010

Luca Cordero di Montezemolo: devo fare qualcosa per l'Italia - Affaritaliani.it

Luca Cordero di Montezemolo: devo fare qualcosa per l'Italia - Affaritaliani.it

FS-Arriva, riparte l'M&A in Europa. Matteoli ad Affari: "Mossa storica. Risorse per il nostro trasporto regionale" - Affaritaliani.it

FS-Arriva, riparte l'<i>M&A</i> in Europa. Matteoli ad <i>Affari</i>: "Mossa storica. Risorse per il nostro trasporto regionale" - Affaritaliani.it

Terremoto L'Aquila Prime Immagini Alla Luce Del Giorno

Il caso Inca CGIL di Zurigo

life Gli accadimenti di questi giorni mi richiamano alla memoria queste scene.

Estratto da audizione alla camera. VERSO LE ELEZIONI RSU DIV PAX N/I SUBITO

Già lo scorso anno con il dlgs 150/2009, il Governo, su richiesta di alcune
Organizzazioni Sindacali, rinviò le elezioni delle RSU del comparto Scuola.

In questi giorni continua questo tentativo anche a causa di una legge (dlgs
150/2009) che persegue con tenacia la grave riduzione del ruolo della
contrattazione nazionale e decentrata e, con definizioni approssimative,
rischia di produrre, come effetto, l’ulteriore rinvio sine die del rinnovo
delle RSU e della misurazione della rappresentatività sindacale,
conl’evidente ritorno all’antico quando era la politica a definire 
“la rappresentatività” dei sindacati.
..........................si sta battendo proprio in questi giorni per evitare questo nefasto
accadimento.
Anzi, proprio una sede autorevole come questa, che sta affrontando il
tema della rappresentatività, può fare propria l’esigenza che si proceda al
rinnovo delle RSU nei settori pubblici senza ulteriore perdita di tempo e
rifuggendo da tentazioni demolitorie di strumenti per la democrazia
sindacale e per la legittimazione sindacale nei posti di lavoro e a livello
nazionale.
Le occasioni fornite ai lavoratori pubblici per votare le proprie
rappresentanze dal 1998 hanno prodotto risultati importantissimi:
un’affluenza al voto dal 73% fino all’81% dei lavoratori e le lavoratrici:
circa 88.000 delegati eletti nei 24.000 posti di lavoro dei settori pubblici.
Una vasta esperienza democratica e la crescita di tanti quadri sindacali.
La manifestazione di una ferma e generale volontà da parte dei lavoratori
di eleggere le proprie rappresentanze, di partecipare alle scelte che
riguardano il loro lavoro, di esprimere il loro consenso alle politiche
sindacali.
E’ proprio ciò che, rinviando le elezioni delle RSU, non si vuole continuare
a fare?
Il tema della democrazia e della rappresentanza sindacale è stato ripreso
nella Piattaforma CGIL, CISL, UIL “linee di riforma della struttura della
contrattazione” presentata nel 2008.
Proprio in quella sede il tema della rappresentanza sindacale e della
democrazia, con soluzioni unitarie, veniva considerato parte fondamentale
della riforma della struttura della contrattazione.Il mix (dati associativi e risultati elettorali tra tutti i lavoratori) non
disincentiva certo l’iscrizione alle OO.SS., ma è fortemente attento al tema
dell’efficacia “erga omnes” degli accordi firmati.
L’esperienza degli ultimi anni consolida ….................. la convinzione politica
dello stretto ed indissolubile legame tra la misurazione della
rappresentatività, come legittimazione delle Organizzazioni Sindacali, e la
costante ricerca delle forme certe ed esigibili del coinvolgimento
democratico, della partecipazione dei lavoratori e della democrazia
diretta.



incentivare il rinnovo al collegio 40  

l'organismo RSU non può essere escluso dal tavolo di concertazione

A giorni si apriranno i tavoli di contrattazione in tutte le società del gruppo FF SS per la definizione delle liste per il fondo di accompagnamento (prima fase). Siano legittimamente rappresentati?
Ovvero al Tavolo sono presenti le OOSS sicuramente, ma quante RSU saranno a questo importantissimo tavolo cui si concerteranno i criteri validi per TUTTI ILAVORATORI sia iscritti che non al sindacato. Pertanto a maggior ragione l'organismo RSU non può essere escluso dal tavolo di concertazione.
Ne va degli interessi generali dei lavoratori ed  anche della democrazia stessa sui posti di lavoro.
Non pensiamo che la decisione di non esserci possa essere demandata a mancate convocazioni o peggio alla decapitazione dell'organismmo, perseguita con cecità assolutà da taluni dirigenti sindacali  poco acclini al rispetto delle regole di  mandato assunto.


Continui sono gli attacchi diretti alla deformalizzazione di alcuni organismi RSU.
In passeggeri è emblematico ciò che è determinato al momento dall' arroganza rilanciata per scendere a contrattare sull'unico tavolo apertosi alla concertazione oggi Due Organismi su tre assenti, di cui uno decapitato dalla (miope) volontà di OOSS.
Forse sarà in piemonte anche l'ultimo se la politica non interviene a sostegno di questa categoria di questa regione, non facciamoci intimorire da sistemi faraginosi che tendono ad escludere piuttosto che prestare ascolto.

Estratto dei regolamenti

LE Commissioni Interne di cui all’Accordo interconfederale del 18 aprile 1966 e nelle Rappresentanze Sindacali Aziendali di cui all’art. 19 della Legge 300/1970.
Rispetto alle Commissioni Interne,
Le r.s.u. si qualificano in quanto hanno la titolarità alla contrattazione di secondo livello anche se congiunta alle strutture territoriali delle associazioni sindacali firmatarie del ccnl applicato nella unità lavorativa.

Nei confronti delle r.s.a. si qualificano, invece, per avere la rappresentanza di tutti i lavoratori occupati nell’unità lavorativa e non soltanto quella degli iscritti.

La RSU, un modello fondato sul reciproco riconoscimento degli attori delle relazioni sindacali e sulla regolamentazione delle procedure. Con la introduzione delle r.s.u. si è affermato, inoltre, il primato del concetto di sindacato-associazione rispetto a quello di sindacato-movimento che era connaturato al sistema dei Consigli.
Per quanto riguarda le fonti, le r.s.u. furono introdotte con l’Intesa Quadro tra CGIL-CISL-UIL del 1° marzo 1991.

Compiti e funzioni
La r.s.u. ha compiti di rappresentanza generale dei lavoratori all’interno dei luoghi di lavoro. Tali compiti vengono svolti:
- sul versante delle relazioni industriali attraverso l’esercizio delle funzioni di controllo, gestionali, di verifica applicativa, di consultazione, nonchè dall’esercizio dei diritti di informazione previsti dalla legge e dai contratti.
- sul versante contrattuale in quanto ha la titolarità, unitamente alle associazioni sindacali firmatarie del ccnl applicato nella unità lavorativa o nel comparto, alla contrattazione collettiva integrativa.
Libertà sindacali, permessi e tutele
I componenti della r.s.u. subentrano ai dirigenti delle Rappresentanze Sindacali Aziendali nella titolarità dei diritti, permessi, libertà sindacali e tutele che a questi derivano dalle disposizioni della Legge 300/1970.
Decisioni
Mentre nelle r.s.u. di natura pattizia (settore privato) le decisioni relative alle materie di competenza delle Rappresentanze Sindacali Unitarie sono assunte dalle stesse in base ai criteri previsti dalle intese definite dalle organizzazioni sindacali stipulanti l’accordo del 20 dicembre 1993, in quelle del pubblico impiego è espressamente previsto che le decisoni relative alla attività delle r.s.u. sono assunte a maggioranza dei componenti.
Incompatibilità
Nelle RSU di fonte pattizia non sono previsti richiami a situazioni di incompatibilità per cui gli unici vincoli rimangono quelli eventualmente previsti dagli statuti delle singole organizzazioni sindacali.
In quelle della pubblica ammnistrazione la carica di componente delle rappresentanze sindacali unitarie è espressamente incompatibile (art. 9 Accordo quadro 7 agosto 1998) con qualsiasi altra carica in organismi istituzionali o carica esecutiva in partiti e/o movimenti politici.
Elettorato attivo e passivo
Hanno diritto a votare tutti i lavoratori dipendenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato in forza all’unità produttiva o nell’amministrazione, alla data delle elezioni.
Sono eleggibili tutti i lavoratori che, candidati nelle liste, siano dipendenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Durata del mandato e sostituzione dell'incarico
I componenti della r.s.u. restano in carica per tre anni, al termine dei quali decadono automaticamente.
Le dimissioni e conseguenti sostituzioni dei componenti le r.s.u. non possono concernere un numero superiore al 50 per cento degli stessi pena la decadenza della Rappresentanza Sindacale Unitaria con conseguente obbligo di procedere al suo rinnovo secondo le modalità previste dagli accordi e dai regolamenti vigenti.
Per quanto riguarda la sostituzione dei componenti dimissionari occorre tenere presente se si tratta di una r.s.u. del settore privato o di una dell’area del pubblico impiego.
Settore privato
In caso di dimissioni di componente eletto nella quota dei due terzi, lo stesso sarà sostituito dal primo dei non eletti appartenente alla medesima lista.
Il componente dimissionario che sia stato nominato nella quota dell’un terzo su designazione delle associazioni sindacali stipulanti il ccnl applicato nell’unità produttiva, sarà sostituito mediante nuova designazione da parte delle stesse associazioni.
Area del pubblico impiego
In caso di dimissioni di uno dei componenti la r.s.u. lo stesso sarà sostituito dal primo dei non eletti appartenente alla medesima lista.

le Organizzazoni Sindacali che intendono partecipare alle elezioni delle RSU debbano rinunciare formalmente all'utilizzo delle RSA.

 Nell'accordo interconfederale del 23 luglio 1993 è esplicitamente previsto che:
LE Organizzazoni Sindacali che intendono partecipare alle elezioni delle RSU debbano rinunciare formalmente all'utilizzo delle RSA.

RAPPRESENTANZE SINDACALI UNITARIE

Organismi di rappresentanza a confronto Rappresentanza e Rappresentatività

RAPPRESENTANZA COMMISSIONI
INTERNE
CONSIGLI
DI FABBRICA
RSA RSU
TIPOLOGIA Rappresentanza
di tutti i lavoratori
in azienda
Il delegato rappresenta all'interno del consiglio
di fabbrica il reparto
o il gruppo omogeneo di cui è espressione
Rappresenta
gli iscritti
Rappresentanza
di tutti i lavoratori
in azienda
FONDAMENTO Elezioni su liste
del sindacato
o di gruppi
di lavoratori
Elezioni su scheda bianca senza vincolo di appartenenza sindacale Designazione
del sindacato
Elezione su liste contrapposte
a suffragio universale
RICONOSCIMENTO Accordo interconfederale Nessun riconoscimento legislativo. Generalmente riconoscimento contrattuale Riconoscimento
per via legislativa (legge 300/1970)
Protocollo Governo
e Parti sociali
per l'area privata. Riconoscimento legislativo per l'area P.A.
COMPITI
E FUNZIONI
Nessun potere contrattuale solo verifica applicazione normativa Assenza
di regolamentazione omogenea
Tutela degli iscritti Abilitazione, unitamente
alle corrispondenti strutture
delle OO.SS. firmatarie del CCNL, alla contrattazione
di secondo livello

verso l'elezione delle RSU

la Rappresentanza Sindacale Unitaria si presenta come un organismo:
di tipo unico: intanto perchè prefigura lo stesso modello di rappresentanza valido per tutte le realtà lavorative e per tutti i settori produttivi, recuperando, in questo senso, quella carenza propria dei Consigli di Fabbrica che si erano consolidati nel settore industriale, ma non erano riusciti ad imporsi negli altri. La r.s.u. è una struttura di tipo unico anche per due altre ragioni: in primo luogo perchè è costituita sulla base di un unico canale elettivo; in secondo luogo, perchè esercita tanto i poteri di contrattazione che quelli di consultazione e partecipazione.
di tipo elettivo: perchè è espressa e legittimata dal voto diretto ed immediato di tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti alle associazioni sindacali.
di rappresesentanza generale: proprio il fatto di essere legittimata dal voto di tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti, conferisce alla r.s.u. la capacità di rappresentare tutti gli occupati nella realtà lavorativa.

di tipo pluralistico: in quanto è aperta alla rappresentanza di tutte le associazioni costituite in sindacato presenti nella unità produttiva od amministrativa ed anche perchè favorisce una adeguata composizione professionale e di genere della rappresentanza. Dove e chi può costituirla
Si può costituire una Rappresentanza Sindacale Unitaria in tutte le unità produttive e nelle amministrazioni in cui siano occupati più di 15 dipendenti.
L’iniziativa per la costituzione della r.s.u. può essere assunta, congiuntamente o disgiuntamente, dalle:
- associazioni sindacali firmatarie degli accordi istitutivi delle r.s.u.;
- associazioni sindacali firmatarie del ccnl applicato nella unità produttiva od amministrativa;
- da altre forme associative dei lavoratori, purchè formalmente costituite.
A partire dai successivi rinnovi, anche la r.s.u. uscente può assumere l’iniziativa di indire le elezioni.
Chi può presentare le liste
Le liste possono essere presentate dalle:
- associazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo di lavoro applicato nella unità lavorativa;
- altre associazioni sindacali purchè formalmente costituite e che accettino formalmente gli accordi istitutivi delle r.s.u.
Contratti: raggiunto accordo nella logistica, trasporto merci e spedizioni. Confermato sciopero 13, 17 e 20 dicembre solo per aziende autotrasporto non firmatarie
10/12/2010 
Rinnovato il contratto Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni. L’accordo è stato siglato da FILT CGIL, FIT CISL e UILtrasporti con le associazioni di settore Confetra, Fedit, Fedespedi, Assologistica e Centrali Cooperative. L’accordo non è stato invece sottoscritto dalle associazioni datoriali dell’autotrasporto Anita, Conftrasporto, Fita, CNA e Confartigianato.

Lo sciopero proclamato per le giornate del 13, del 17 e del 20 dicembre rimane confermato per tutti gli addetti delle aziende dell’autotrasporto. Nel merito il rinnovo del contratto prevede un aumento tabellare complessivo di 134 euro ed una 'una tantum’ di 150 euro. Secondo FILT CGIL, FIT CISL e UILtrasporti “gli effetti economici del rinnovo siglato andranno erogati a tutti i lavoratori del settore, già inclusi sotto il precedente contratto”. “Le associazioni datoriali delle aziende di autotrasporto - spiegano infine i sindacati in merito alle ragioni del mancato rinnovo da parte di tutte le controparti - hanno abbandonato il tavolo dove che è stata respinta una proposta economica del tutto inadeguata”.

sabato 11 dicembre 2010

Sintesi documento conclusivo dell'assemblea naz. La Cgil che vogliamo

1.11.10 - Sintesi documento conclusivo dell'assemblea naz. La Cgil che vogliamo
Domenica 21 Novembre 2010 13:21

..............................................nel pieno di una conclamata crisi politica, nella
profonda diversità di posizioni di merito con le altre organizzazioni
sindacali, senza nessuna regola democratica di validazione degli accordi,
riteniamo sbagliata e impercorribile la scelta di un “patto sociale”.
Tutto questo in assenza di una discussione e di un mandato circa le
posizioni con le quali la CGIL si presenta a tale confronto.
Non si tratta di aver paura del confronto, ma di sapere che in questo
contesto la trattativa non può che avvenire sul terreno e sui contenuti
determinati e dichiarati esplicitamente dalle controparti, in uno scenario
politico quanto mai incerto e confuso e dagli imprevedibili sbocchi.
E’ per questo che l’Assemblea dell’Area Programmatica La CGIL che Vogliamo
decide l’avvio di una grande campagna di iniziativa e mobilitazione contro
il patto sociale. Occorre sospendere il confronto e avviare un’ampia e
partecipata discussione negli organismi e tra i delegati per definire la
piattaforma della CGIL .
Prioritariamente è necessario definire le regole della rappresentanza e
della democrazia per impedi re ulteriori accordi separati e consentire
attraverso lo strumento referendario la libera espressione dei lavoratori
e delle lavoratrici.In caso di sottoscrizione del patto
l'Assemblea è riconvocata per decidere le iniziative da assumere.
L’Assemblea, dopo la straordinaria giornata del 16 ottobre, è impegnata
nella piena riuscita della manifestazione del 27 Novembre e ritiene
indispensabile dare continuità alla mobilitazione, annunciando già in
questa occasione la proclamazione di uno sciopero generale da definire in
relazione all’evolversi della crisi politica.

La Lotta Politica arriva per rivi a colpire i deboli  e le famiglie dei deboli

La Cgil nel Caos ...


Un film già visto che non promette nulla di buono ..... Vi ricordate del 1993 ???

Sul modello contrattuale siamo ormai alle battute finali. Confindustria e Governo stringono i tempi e sanno di avere la disposizione l'occasione (e le condizioni) per imporre il loro punto di vista.
Grazie alla complicità di Cisl e Uil hanno potuto scardinare le ultime e residuali certezze contrattuali disseminando il terreno di accordi confederali separati. Grazie all'inconsistenza della posizione Cgil si sono firmati contratti categoriali (anche con la firma della Cgil) che di fatto hanno fatto dilagare in tutte la categorie il principio che il salario variabile è l'unico salario che conta, che tutto deve essere concesso in nome della produttività e della competitività di impresa, che nulla è certo se contraddice l'interesse di impresa e che quindi su tutto si può derogare.
La recente firma di Fim e Uilm sulle deroghe contrattuali nel settore metalmeccanico è la chiusa del cerchio di questa prima fase dell'offensiva padronale.
Il sistema contrattuale concertativo (quello uscito dagli accordi del 1993)  è stato così massacrato, già ora nulla è come prima, la concertazione non esiste più, a valere è solo l'interesse del mercato e dell'impresa, ma manca il passaggio formale, ossia  la liquidazione di ogni ambiguità, l'esigibilità assoluta, per contratto e per legge della nuova subordinazione del lavoro al capitale secondo le esigenze della globalizzazione, della crisi, della nuova concorrenza internazionale tra i capitali.
  • Il salario deve essere variabile (ossia ti pago solo per quel che fai e se lo fai come dico io, e non per quel che ti serve per vivere)
  • L'occupazione deve essere precaria (ossia lavori solo se mi servi e per il tempo che dico io)
  • La prestazione deve essere flessibile, disponibile a ogni richiesta dell'impresa (ossia decido io i ritmi ed i carichi di lavoro, quando devi lavorare di più e quando di meno. Ossia devi stare sempre a disposizione per ogni cambiamento che io deciderò a seconda del mio interesse)
  • La contrattazione deve sparire a favore di una collaborazione sindacale che sottintende esplicitamente la subordinazione del lavoro e delle sue organizzazioni al punto di vista del mercato e dell'interesse di impresa.
Tutto ovviamente per il bene della nazione che viene fatto coincidere esattamente con l'accumulazione capitalista, col profitto privato, libero di agire secondo il suo interesse e libero da ogni vincolo di solidarietà sociale.
Tutto deve essere finalizzato a questo e tutti devono collaborare a questo obiettivo. Un quadro di relazioni-subordinazioni che ricorda molto da vicino il "Patto per il lavoro" del ventennio fascista.

A questa tendenza l'unica ad opporsi è la Fiom. Per questo la Fiom è sotto attacco, non per un suo supposto estremismo ma semplicemente per il suo essere ed agire da sindacato.
Infatti la Fiom chiede una cosa semplice, che il prezzo della forza lavoro (al pari di tutte le altre merci), le sue condizioni di impiego e di utilizzo siano regolamentati in un quadro contrattuale certo, non derogabile e sopratutto costruito e condiviso con i soggetti proprietari di questo bene (la forza lavoro).
Per padroni e sindacati collaborativi, ormai inebriati da un modello neocorporativo che mette le loro burocrazie al centro del potere (di questo si illudono), la posizione della Fiom è pura eresia.

Ma la Fiom è una categoria della Cgil, e in qualche modo agisce nel quadro dei comportamenti che fino a ieri questa organizzazione aveva assunto. Infatti la Cgil non ha firmato l'accordo separato ed ha tuonato (a parole) contro ogni ipotesi di deroga contrattuale.
Il problema però è che la Cgil non ha una linea, naviga a vista, si limita a fare ciò che succede, dove può firma accordi di ogni tipo, ed è da tempo attanagliata dal disagio (tipico delle burocrazie) di non sentirsi accreditata al tavolo dove si disegna la nuova era neocorporativa, in cui le burocrazie si distribuiscono riconoscimenti e quote di potere.
La Cgil è in difficoltà (anche se le mani le prudono, e molto) ad aprire uno scontro frontale con la Fiom (non riuscirebbe a spiegarlo facilmente) e questo l'ha mandata in tilt. La Cgil ha fretta di rientrare nei ranghi, ma la resistenza della Fiom non gli permette di farlo esplicitamente e velocemente.
Senza una liquidazione della Fiom, la Cgil era ed è oggettivamente in difficoltà, costretta a riconoscere in qualche modo le ragioni della Fiom pur vedendo con fastidio questa sua resistenza all'offensiva padronale.

Il disagio della Cgil si è visto tutto in quella specie di seminario organizzato a Todi il 22 e 23 settembre scorsi. Un seminario inutile nella sua genericità per capire se esiste o meno in Cgil un embrione di proposta, ma esplicito nel dichiarare la sua voglia di rientrare e velocemente nelle grazie di Confindustria.
In realtà la Cgil sperava con questa iniziativa di chiudere la polemica con Confindustria e con Cil e Uil, convinta che tutto si poteva ormai firmare, contratti leggeri per spostare il centro della contrattazione sul livello decentrato, regole salariali da capestro, flessibilità aziendali ecc. ecc senza perdere la faccia con la sua base (l'illusione della Cgil stava tutta nel fatto che si poteva convincere le controparti a non esagerare con le loro richieste di deroghe), ma ecco che Confindustria e Cisl-Uil, pur incassando il dietro front della Cgil rialzano il tiro e firmano l'ennesimo accordo separato sulle deroghe al Ccnl metalmeccanico.
Un modo elegante ed esplicito per dire alla Cgil ... "ben venga il tuo dietro front ma non pensare di porre condizioni e di emendare il quadro contrattuale che già stiamo scrivendo senza di te".

Un segretario generale che di mestiere fa il sindacalista si sarebbe fermato a ragionare, avrebbe compreso che non ci sono margini ed avrebbe chiamato l'organizzazione a rispondere, ma un segretario generale, senza linea, preoccupato solo di rientrare nel gioco senza perdere troppo la faccia si è limitato a dirsi "stupito".
Non si capacità cioè del fatto che il suo rientro in gioco venga considerato ininfluente e non comprende che senza una piattaforma, senza una proposta, senza chiamare i lavoratori a discutere e decidere, senza una lotta non va da nessuna parte, se non quella di bere tutto ciò che ormai gli è stato preparato. Prendere o lasciare.
Il fatto che la Fiom abbia chiesto a tutta la Cgil di preparasi ad una lotta generale e di mettere in campo una propria piattaforma, e che la Cgil abbia rifiutato dicendo che ciò che si sta facendo basta ed avanza, la dice lunga su dove vuole andare questa segreteria confederale.

C'è da credere che alla ripresa del tavolo con Confindustria e Governo la Cgil farà di tutto per tornare ad accreditarsi, magari cercando di firmare qualcosa che non porti a perdere la faccia, che non ne smascheri troppo la sua retromarcia su tutto il fronte, ma non è detto che ci riesca perchè ormai è chiaro .... se l'accordo sulle deroghe firmato da Fim e Uilm la settimana scorsa insegna qualcosa è che a padroni e sindacati collaborativi non servono più soluzioni ambigue e pasticciate (come i 55 contratti che Epifani si vanta di avere già firmato) ... vogliono una esplicita e conclusiva formalizzazione delle nuove relazioni-subordinazioni sindacali.

La Cgil (questa Cgil) firmerà di sicuro, per calcolo politico e non certo per calcolo sindacale. Magari cercherà di farlo diluendo nel tempo l'amaro calice pensando di firmare prima accordi che si possano spacciare come positivi (come ad esempio sugli ammortizzatori sociali) ma l'imbuto è stretto perchè alla questione centrale si arriverà e l'accettazione di questo arretramento cozzerà inevitabilmente con la decisione Fiom di resistere allo smantellamento contrattuale, così come cozzerà con la realtà, fatta di occupazione e salari in costante riduzione e sempre meno tutelati a cui il nuovo modello contrattuale non potrà dare risposte, anzi, ne decreterà l'ulteriore indebolimento.
La firma della Cgil non sarà quindi indolore per lei, ma la burocrazia Cgil ha urgenza di rientrare in gioco sul terreno che padroni e sindacati collaborativi hanno già deciso e messo in pratica.
Alle burocrazie sindacali (quando ragionano da burocrazia) nulla fa più paura del terrore di non essere riconosciute, di non essere validate e accreditate dalla controparte, di essere tagliate fuori da un disegno che sembra prendere corpo anche senza il loro contributo collaborativo. In ciò vedono scemare il loro potere.
Pur di esorcizzare questo rischio si può accettare di subire tutto, anche di fare la parte dell'incompetente (per non dire parolacce) di fronte ai lavoratori che si dichiara di voler rappresentare.

Un film già visto..... vi ricordate del 1993 ???

Come dicevamo succede che spesso le burocrazie sindacali agiscano più per calcolo politico che sindacale. Sono cioè portate a tutelare più se stesse che i soggetti che dovrebbero rappresentare.
Un periodo particolare per osservare questo comportamento è quello che ha portato all'accordo sul modello contrattuale del 1993 che di fatto ha sancito la fine del modello sindacale rivendicativo e l'affermazione del modello concertativo.
Un periodo che potremmo chiamare "della confusione sindacale", dove cioè interesse delle burocrazie sindacali era quello di non rompere con le controparti (per calcolo politico) cercando di subire il meno possibile l'offensiva attivata da queste per fare saltare il modello contrattuale, nella illusione che ciò fosse possibile senza sancire una più pesante subordinazione del lavoro e delle sue organizzazioni all'interesse di capitale.
Come è finita lo sappiamo ma proviamo a ricordarne le tappe per individuare la similitudine con ciò che sta accadendo oggi.

Prima del 1993, il perno attorno a cui poggiava la resistenza salariale era la scala mobile, cioè una tutela automatica delle retribuzioni di fronte all'inflazione. Questa tutela del salario di base liberava la contrattazione nazionale e locale nella lotta sindacale per la tutela ed incremento del salario di professionalità (minimi tabellari) e per la redistribuzione di quote di produttività (premio di produzione).
Questa situazione rendeva difficile una politica di riduzione dei salari e per questo, già dal 1982 Confindustria mette sotto attacco la scala mobile, convinta che facendo saltare il perno, tutta la contrattazione sarebbe collassata.

I Sindacati confederali, accettando di essere responsabilizzati di fronte alla questione della crisi, vanno in pallone. Da un lato respingono gli attacchi alla scala mobile ed alla contrattazione, ma dall'altro, non volendo rompere con padroni e Governo (dei quali in parte condividono le argomentazioni, come ad esempio che la scala mobile sia causa di inflazione) accettano di fare alcuni aggiustamenti che, come si vedrà poi, apriranno di fatto la strada allo smantellamento della contrattazione.
Così è che nel 1982 si arriva al cosìdetto "accordo Scotti". Un accordo confederale che di fatto stabilisce i limiti che la contrattazione nazionale di categoria non deve superare e che nel contempo riduce il recupero salariale dovuto alla scala mobile. Si accetta così di mettere sotto controllo il costo del lavoro (come lo intendono le imprese).
Il sindacato di fatto ha accettato di porre un tetto alla crescita salariale, spiegando che ciò serviva a difendere un modello contrattuale e la scala mobile che altrimenti non avrebbero retto all'offensiva padronale. Di fatto però accettavano l'idea che l'aumento dei salari fosse causa dell'aumento dell'inflazione (e non conseguente).
Il contrasto con la base, nei luoghi di lavoro non fu indolore per le burocrazie sindacali, ma queste accettarono lo scotto convinte (illuse) che con ciò si fosse chiusa la partita. Ma non era così, ed in ciò si rende esplicita l'inconsistenza dell'analisi sindacale di allora.

Infatti nel 1983 e poi nel 1984 viene stabilito per legge che la scala mobile non debba recuperare più di un certo valore dell'inflazione. I sindacati subiscono accettando l'idea che questo blocco fosse necessario ed accettabile perchè temporaneo (doveva valere solo per i due anni in oggetto) e perchè propedeutico agli investimenti che si sarebbero realizzati col risparmio salariale delle imprese.
Di fatto le burocrazie sindacali, colme dell'orgoglio di essersi dimostrate responsabili ed attente ai problemi del paese, dimostrano solo la loro debolezza di linea, tanto che nel 1985 la Confindustria parte all'attacco con la disdetta della scala mobile.
La risposta sindacale è pasticciata. Incapace di comprendere il carattere dell'offensiva padronale, si preoccupa solo di cercare una mediazione che recuperi il rapporto con la controparte e non intacchi il ruolo delle organizzazioni sindacali.
Così si arriva sempre nel 1985 ad un accordo confederale, calato dall'alto, che di fatto riduce il potere di recupero della scala mobile (dal 63% al 50%) e sterilizza la busta paga da diversi automatismi (come gli scatti di anzianità) e rivalutazioni periodiche (come la liquidazione).

Tutta la contrattazione categoriale e aziendale sembra impazzire, da un lato nell'obbligo di recepire i contenuti dei cedimenti confederali, e dall'altro nel tentativo di recuperarne gli effetti (a livello aziendale) con maggiori aumenti salariali. Si apre una profonda spaccatura tra burocrazie sindacali e luoghi di lavoro. Infatti l'organizzazione sindacale non riesce a controllare l'esplosione salariale della contrattazione aziendale, non la sostiene, anzi la ostacola chiedendo il rispetto dei limiti imposti dagli accordi confederali.
Di fatto il sindacato impazzisce. Non esiste una linea sindacale generale (se non quella di contenere le pretese di Confindustria e di tentare interventi di moderazione sulla contrattazione aziendale) ed a livello di base si procede senza tener conto delle indicazioni sindacali.

E' così che nel 1990 Confindustria procede ad una nuova disdetta della scala mobile. Il Governo interviene prorogando la scala mobile solo per un anno per dare tempo alle parti sociali di trovare un accordo, dopo di che la disdetta sarà effettiva.
Finalmente il sindacato sembra reagire. Si proclamano scioperi generali con manifestazioni imponenti. La parola d'ordine dei sindacalisti è "La scala mobile non si tocca".
Nel 1991 però Cisl e Uil rompono il fronte e firmano un accordo separato che di fatto accetta l'abolizione della scala mobile. L'accordo trova poi legittimità in un decreto del Governo Craxi che darà valore di legge a questa scelta.
La Cgil (spaccata al suo interno) organizza un referendum per l'abrogazione della legge ma il referendum non vince. Ma è la linea sindacale della Cgil ad essere debole, stretta tra la necessità di non deludere una base agguerrita (che l'aveva spinta al referendum) e la scelta di non rompere con le controparti. Seguiranno mesi di estrema confusione, con assemblee, direttivi nazionali, carichi di parole d'ordine roboanti, ma senza mai arrivare ad una piattaforma e ad un piano vertenziale su cui mobilitare i lavoratori per recuperare una efficace tutela salariale.
E' così che la questione viene risolta  con un vero golpe interno alla Cgil il 31 Luglio del 1992 con l'accordo Amato-Trentin con cui anche la Cgil accetta la definitiva eliminazione della scala mobile. Lo strappo era stato così palese e forzato che Trentin dovette presentarsi dimissionario (e in lacrime) al direttivo Cgil convocato subito dopo, dimostrando così come la scelta fosse stata più dovuta a valutazioni (e pressioni) politiche che non per ragionamento sindacale.
Nel 1983 si arriva poi a formalizzare con il nuovo accordo sui modelli sindacali (concertativi) ciò che già era stato modificato nei fatti dai cedimenti precedenti. Il salario non doveva più cercare di coincidere con i bisogni salariali che il mondo del lavoro esprimeva ma doveva essere predeterminato e vincolato all'interno di un quadro di compatibilità che il governo e gli obiettivi di produttività delle imprese imponevano.

A guardare le cose da vicino è facile vedere la similitudine con la fase attuale.
L'offensiva padronale è chiara, il cedimento dei sindacati collaborativi pure, ma non altrettanto lo è la risposta Cgil. Come allora la reazione alle forzature confindustriali è debole e non sostenuta da una organica risposta vertenziale. Infatti, mentre a parole si respingono gli attacchi all'impianto contrattuale, in realtà si procede senza una piattaforma, senza un vero coinvolgimento dei lavoratori.
La Cgil è di fatto al palo, presa unicamente dal timore di non rompere i ponti con la controparte ben sapendo che così facendo si legittima il punto di vista della controparte, come è successo in questi anni con la firma anche della Cgil su contratti nazionali di categoria (tutti meno la Fiom) che di fatto, senza dirlo esplicitamente, si sono adeguati nell'accogliere deroghe, flessibilità, dinamiche salariali così come nella sostanza le cercava la controparte padronale.
Così si è legittimato il punto di vista dell'impresa che ora, come ovvio, chiede la chiusura del cerchio anche sul piano formale.

Nei prossimi giorni prenderanno via i tavoli tra sindacati-padroni-governo, sia sulla contrattazione che sullo statuto dei lavoratori. Sindacati collaborativi, padroni e governo hanno già detto e scritto ciò che vogliono.
La Cgil si presenterà a quel tavolo con due parole d'ordine. No alle deroghe e no all'indeblimento della contrattazione.
Parole d'ordine deboli, sia perchè non sostanziate da una piattaforma che spieghi cosa ciò vuole dire in materia di salario, di occupazione, di prestazione, di diritti, ecc. , sia perchè di fatto nella contrattazione precedente, la Cgil delle categorie (tranne la Fiom) ha già determinato una apertura su deroghe e su riduzione di peso del contratto nazionale.

Il 2010 come il 1993 ??? Sembrerebbe ....... Vedrete che Epifani firmerà. Ci spiegherà che così ha salvato la contrattazione ed ha tutelato i lavoratori. In realtà avrà solo salvato la burocrazia Cgil dal terrore di rimanere isolata ed esclusa.
Epifani come Trentin ha deciso che è politicamente necessario che la burocrazia Cgil rientri nei ranghi. Il merito non c'entra. Non c'entra che (anche se pure lui lo dice) il problema vero è che i salari continuano a perdere, che il sindacato nelle fabbriche è sempre più debole, che il peso della funzione di controllo delle burocrazie sindacali aumenta ogni giorno, che la democrazia sta uscendo dai luoghi di lavoro.
Quello che conta è non essere isolati, ridare spazio e ruolo ad una burocrazia che vive nel terrore di rimanere esclusa o messa ai margini.
Epifani sa bene che il rientro nei ranghi della Cgil non potrà avvenire senza strappi, senza perdere la faccia.
Magari, come Trentin, prima firmerà e poi si dimetterà (spiegandoci in lacrime che è stato un passo necessario firmare quell'accordo anche senza avere mai chiesto ed ottenuto un mandato dei lavoratori a firmarlo) o forse no, accettando di caricare su di se tutta la responsabilità, Così facendo libererà il nuovo assetto di segreteria permettendogli di presentarsi più innocente, meno colpevole di fronte ai lavoratori, lasciando la Fiom ancora più isolata, ed assieme a lei tutti i lavoratori.
Poi ... potete scommetterci ... ce lo ritroveremo senatore o deputato. La politica gli deve molto.



2 ottobre 2010                             COORDINAMENTO RSU

A CHI VIOLA LE REGOLE PER FARSI LE SUE RAGIONI CHE APPELLATIVO GLI DARESTE?? iL TURPILOQUIO VERRA' CENSURATO SI ACCETTANO SOLO DEFINIZIONI A MODO

http://www.coordinamentorsu.it/doc/altri2000/2000_0930.htm

ESTRATTO DEL REGOLAMENTO ALLEGATO ALL'ACCORDO QUADRO DEL 2004



ACCORDO PER IL RINNOVO DELLE RAPPRESENTANZE SINDACALI UNITARIE E PER LA ELEZIONE DEI RAPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA NELLE SOCIETÀ FS, TRENITALIA, ITALFERR E METROPOLIS DEL GRUPPO FS
RAPPRESENTANZE SINDACALI UNITARIE (Rsu)I seggi vengono ripartiti fra le liste secondo il sistema proporzionale puro.L’attribuzione dei voti e la ripartizione dei seggi ha luogo secondo le modalità previste dal Regolamento elettorale. interconfederale del 20.12.1993 che recepisce il titolo 3° della legge 300/

    1. Revoca dei componenti la R.S.U.
    E’ ammessa la revoca del mandato al rappresentante eletto.
    Tale revoca può essere promossa a seguito di motivata richiesta scritta dei due terzi dei lavoratori del collegio elettorale ed accettata a seguito di apposito dibattito e voto verbalizzati dai due terzi di tutta la R.S.U.
    11. Sostituzione per dimissioni o vacanza
    Nel caso di rappresentante decaduto si procede alla sostituzione con il primo dei non eletti della medesima lista elettorale, che abbia riportato il maggior numero di voti.
    Inoltre, le sostituzioni dei componenti le R.S.U. decaduti a vario titolo non possono concernere un numero superiore al 50% degli stessi, pena la decadenza della R.S.U.    con conseguente obbligo di procedere al suo rinnovo, secondo le modalità previste dal Regolamento elettorale e dal Regolamento di funzionamento delle R.S.U..
    Analogamente decadono i componenti R.S.U. eletti in un singolo collegio elettorale nel caso in cui le sostituzioni di membri decaduti a vario titolo interessi contemporaneamente più della metà degli stessi; in tale caso si procederà, quindi, al rinnovo delle R.S.U. limitatamente al Collegio interessato, sempre secondo le modalità previste dai citati Regolamenti.
    Sono causa di decadenza: la revoca del mandato, il trasferimento ad impianto non rientrante nella giurisdizione territoriale rispetto alla quale ha avuto luogo l’elezione,    il cambio di profilo professionale che comporti una utilizzazione non rientrante nella giurisdizione nella quale ha avuto luogo l’elezione, le dimissioni dall’incarico, il realizzarsi dei requisiti di incompatibilità, il venir meno del rapporto di lavoro.
    12. Comunicazione degli eletti alle Società del Gruppo FS
    A seguito dei risultati elettorali notificati dalla Commissione di Garanzia territoriale     alle Organizzazioni Sindacali, ciascuna Organizzazione provvederà a comunicare alle strutture aziendali competenti delle Società del Gruppo FS l’elenco degli eletti nella propria lista trasmettendo copia dei verbali dai quali risulti la ripartizione per   sindacato delle singole R.S.U..
    Tale procedura va seguita da tutte le Organizzazioni sindacali.
    In ogni caso, la R.S.U. si riterrà validamente costituita quando il numero dei rappresentanti comunicato alle Società dalle singole organizzazioni è pari almeno al    51% del numero complessivo dei delegati previsti.
    13. Prerogative delle R.S.U.
    Le R.S.U. elette e accreditate alle Società del Gruppo FS usufruiscono dei diritti, permessi, libertà sindacali e tutele previsti dall’accordo
    70, secondo quanto previsto dal CCNL vigente.
    14. Criteri per la determinazione delle R.S.U. e dei collegi elettorali
    Con l’impegno a garantire una adeguata rappresentanza delle professionalità presenti nelle diverse realtà produttive, anche con riferimento alla differenza di genere, alle alte professionalità ed ai giovani, le parti convengono sulle giurisdizioni di RSU previste dall’allegato A al presente accordo.
    Al fine di realizzare quanto sopra previsto le R.S.U. sono normalmente articolate in collegi elettorali come indicato nell’allegato A al presente accordo.
    15. Determinazione del numero dei componenti le R.S.U.
    Il numero dei delegati da eleggere viene calcolato sulla base della consistenza a ruolo paga del personale impiegato nell’unità produttiva, come individuata al precedente punto 1, nel secondo mese precedente quello stabilito per le elezioni, secondo le modalità di seguito previste:Il numero dei componenti le RSU, ovvero il numero dei delegati eletti nel collegio elettorale, non potrà essere inferiore a: tre componenti, negli impianti che occupano fino a 200 dipendenti;
      1. tre componenti ogni 300 o frazione di 300 dipendenti, negli impianti che occupano un numero di dipendenti superiore a 200 e fino a 3000 in aggiunta al numero di cui alla precedente lett. A), calcolati sul numero dei dipendenti eccedente 200;
        tre componenti ogni 500 o frazione di 500 dipendenti negli impianti di maggiori dimensioni, in aggiunta al numero di cui alla precedente lettera b), calcolati sul numero di dipendenti eccedenti i 3000. Ciò premesso, il numero dei componenti le R.S.U. e la sua articolazione per
        collegio elettorale è quello previsto nell’all. A al presente accordo.16. Competenze contrattuali
        Le R.S.U., congiuntamente alle articolazioni organizzative competenti delle Organizzazioni Sindacali firmatarie del CCNL, assumono titolarità e competenze sulle specifiche materie negoziali, con le procedure e nei limiti stabiliti dal sistema di relazioni industriali previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro in vigore, e con le specifiche modalità previste dal Regolamento di funzionamento delle RSU.
        17. Tempo di durata e di rinnovo delle R.S.U.
        I componenti della R.S.U. restano in carica per tre anni, al termine dei quali decadono automaticamente.
        Le Organizzazioni sindacali stipulanti il presente accordo intervengono per promuovere unitariamente il rinnovo stesso entro i due mesi successivi.
        Trascorso un ulteriore periodo di 30 giorni, le elezioni per il rinnovo delle R.S.U. possono essere comunque indette dalla rappresentanza sindacale unitaria uscente sulla base delle modalità e delle procedure stabilite dal presente accordo.
        18. Disposizioni finali
        Le Organizzazioni sindacali dotate dei requisiti di cui all’art. 19 della legge 300/70 che siano firmatarie del presente accordo o che, comunque, aderiscano alla disciplina in    esso contenuta partecipando alla procedura di elezione delle R.S.U.,
        rinunciano Formalmente ed espressamente a costituire R.S.A. nell’ambito delle Società del Gruppo FS rientranti nel presente accordo.
        Contestualmente, anche per effetto del mutato assetto organizzativo aziendale, si procederà al rinnovo di tutte le R.S.U..

      B

    1. CONTRATTAZIONE
      La titolarità della contrattazione, ai livelli e nelle sedi previste, è riconosciuta congiuntamente    alla RSU e alle Organizzazioni Sindacali che abbiano sottoscritto il Contratto Collettivo Nazionale. Gli accordi producono effetti se sono sottoscritti congiuntamente dalle RSU e dalle Organizzazioni Sindacali firmatarie di CCNL o, per materie specifiche di competenza, dai rappresentanti dei     collegi congiuntamente alle OO.SS. firmatarie di CCNL. Eventuali dissensi sull’ipotesi di accordo saranno risolti attraverso una consultazione, da esperire entro dieci giorni, tra i lavoratori a cui l’accordo va applicato. La consultazione potrà essere promossa sia dalla RSU che da una o più Organizzazioni Sindacali. La consultazione potrà essere effettuata tramite referendum con i contenuti e le modalità previste nel successivo punto 4. 4. REFERENDUM Il ricorso al referendum come strumento di risoluzione del dissenso rappresenta un fatto straordinario e non può essere, pertanto, il sostituto di altre modalità di verifica della delega e      del consenso. Esso dovrà contenere quesiti semplici e organizzato congiuntamente da tutti i soggetti coinvolti nella contrattazione.
      5. PROCLAMAZIONE DI ASTENSIONE DAL LAVORO
      La RSU può proclamare una azione di sciopero, nel rispetto delle norme di attuazione della    146/90 e successive modificazioni, purché essa sia dichiarata congiuntamente a una o più Organizzazioni Sindacali e la decisione sia assunta dalla maggioranza qualificata dei 2/3 dei componenti la RSU.
      6. DURATA E SOSTITUZIONE NELL’INCARICO
      I componenti della RSU restano in carica tre anni.
      Al termine di questo periodo la RSU decade automaticamente e non può esercitare alcun ruolo di rappresentanza.
      In caso di dimissioni di uno dei componenti, lo stesso sarà sostituito dal primo dei non eletti appartenente alla medesima lista.
      Le dimissioni e conseguenti sostituzioni dei componenti le RSU non possono concernere un    numero superiore al 50% degli stessi, pena la decadenza della RSU con conseguente obbligo di procedere al suo rinnovo.
      Le dimissioni devono essere formulate per iscritto sia all’Organizzazione Sindacale di     appartenenza che alla stessa RSU e di essa va data comunicazione alle Società del Gruppo FS contestualmente al nominativo del subentrante a cura dell’Organizzazione Sindacale.
      Delle dimissioni presentate e del nominativo del subentrante va data informazione ai lavoratori mediante avvisi esposti negli impianti.
      7. ACCETTAZIONE
      Il presente regolamento dovrà essere sottoscritto per accettazione da ciascun candidato nelle liste RSU.
            Roma, 13 settembre 2000