La mobilità sostenibile

La mobilità sostenibile

martedì 14 febbraio 2012

Una casa sulle rotaie


La passerella che con un balzo, ti porta a vedere il cimitero delle vetture. Il materiale rimorchiato dei treni che nessuno vuole più. I frecciarossa sono una realtà, il futuro per la compagnia di bandiera e così le vetture gran comfort, le vetture letto e cuccette la fanno da padrone sui milioni di mq che ieri erano scenario di transito e soste di tutti i treni della grande famiglia delle Ferrovie dello Stato. Lo smistamento di Torino, luogo che affonda le sue radici nella storia ferroviaria del Piemonte. Qui giungevano i treni merci, merci per la città per la regione, l'ortofrutta traeva da essi il sostentamento di migliaia di famiglie piemontesi, con la merce scaricata dei carri. Sosta momentanea di treni pronti per il servizio al paese, treni denominati Lungo Percorso che hanno macinato milioni di chilometri su e giù per il Bel Paese. Ora Fermi irrimediabilmente condannati alla ruggine dal mercato della mobilità moderna.
La desolazione, come nel più semplice modello di degrado de: “le finestre rotte”, dà il meglio di se all'attento osservatore che dalla passerella guarda quella distesa di colorate carrozze ormai fuori uso, treni in via di estinzione. Specie in estinzione sui percorsi nazionali. Fortunatamente, hanno però, dato rifugio ad alcune persone, in questi giorni di gelo, dove tanti treni son rimasti fermi per l'imponente ondata di maltempo che ha sottoposto le regioni italiane alle tormente di freddo siberiano e neve tanta neve. Un rifugio per i Senza Dimora. Di ciò, da tempo ci interroghiamo sul gran valore che queste desuete vetture, hanno in se senza che alcuno possa consentire venga fatto affiorare, quale utizzo sociale, già essere ancora utili al paese, proprio come i nonni pensionati davanti alla scuole. Chi può immaginare come rendere fruibili in condizioni igieniche sanitarie accettabili, queste malinconiche vetture, chi potrà annunciare “Signori in carrozza” alla sera ai Senza Dimora, restituendo Loro con semplicità un titolo sempre meritato, qualsiasi sia l' estrazione sociale, purché conclamata da semplici regole di buona convivenza e buona educazione. Lo so sembra utopistico, ma non è così. Il Progetto un cuore in stazione potrebbe venire interessato da queste possibilità, spostare le vetture su piazzali utilizzabili a favorire l'istituzione di strutture mobili con le stesse per affrontare l'emergenza freddo o magari affidarle alle associazioni e cooperative di servizi del terzo settore per far nascere possibili rifugi dedicati ai meno fortunati. La sfida è parlarne, farsi carico di voler mettere fine al processo di degrado e realizzare con il metodo delle finestre rotte, un nuovo futuro alle malinconiche vetture, una vita un po' meno difficile a chi è in difficoltà.
DI SEGUITO IL BELLISSIMO ARTICOLO DE LA STAMPA di oggi 14 febbraio 2012
 http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/442366/