Credo fermamente che in una società democratica, la condivisione tra le parti, nelle scelte che assieme queste vadano poi a rappresentare, diritti, doveri, necessità di una categoria o di categorie più diffuse, ma facenti capo a costoro che intendono esserne rappresentanti riconosciuti, debbano essere l'asse portante di un mondo di pari doveri e pari diritti, l'ormai consuetudini di scambio tra il mio bisogno ed il diritto è divenuta la moneta più ingovernabile tra i diritti generali, anche in termini di comunicazione. Importantissima dal mio punto di vista, comunicazione che diviene pesante e con tempi inconciliabili con la società attuale, quando l'interesse è viscerale e magari all'interno della proposizione generale, sacrosanta, nasconde la guerra di potere tra sigle e che l'oggetto del contendere non sia poi il diritto generale, ma la la posizione di politiche più o meno lecite che un sistema corrotto dilaga nella miscellania d' interessi personali che ciascuno dei componenti delle parti propone, celando il mero interesse con politiche di equanimità, in tal caso infangata da costoro dimentichi della loro essenza e dei mandati per politiche del diritto a loro assegnati.