Terzo «pacchetto», le pensioni. Vanno abolite (con un pizzico di gradualità, attraverso un sistema di quote) le pensioni di anzianità, tranne che per i lavori usuranti. Equiparazione da subito, nel giro di dieci anni, dell’età pensionabile delle donne a quella degli uomini. Anticipare al 2016 l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni. Parte dei risparmi devono essere usati per asili nido, per sostenere con «prestiti contributivi» le pensioni dei precari, e per finanziare l’assistenza alla disoccupazione. Sì, perché si propone di andare al «contratto unico» di lavoro: tutti assunti a tempo indeterminato, ma tutti licenziabili per ragioni economiche od organizzative. Chi perde il posto avrà un’indennità.