La mobilità sostenibile

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domenica 11 settembre 2011

CGIL dopo congresso

Maurizio Scarpa
Una storia sbagliata
“chi può più di quanto sappia, lascia il sapere e sceglie il potere”
Il 13 settembre riprenderò servizio nel mio “antico” luogo di lavoro. Non è una scelta volontaria ma un imposizione figlia di atto deciso “a maggioranza”. Chi mi conosce sa che ho sempre detto di ritenermi una persona fortunata perché in questi 21 anni di distacco sindacale ho ricevuto uno stipendio per fare ciò che mi piace: il sindacalista. Eppure la mia adesione alla mozione di minoranza “la Cgil che vogliamo” pare oggi un elemento ostativo a continuare a svolgere proprio il ruolo di sindacalista. L’alternativa che viene posta a chi dissente dall’attuale linea della CGIL quella di incarichi fuori dalla CGIL (che impedisce alcun contatto diretto con i lavoratori e le lavoratrici) oppure si viene messi alla porta.
La questione non è quindi il rientro “in produzione”, si sarebbe detto una volta, ma la motivazione perché questo avviene. Non ho voluto accettare ricatti, ne ora intendo subire passivamente discriminazioni. Rivendico il diritto di poter portare una posizione diversa anche tra i nostri iscritti e le nostre iscritte. Appare evidente come questo gruppo dirigente maggioritario nel nostro sindacato ormai ha come priorità la incondizionata ricerca di unità con CISL e UIL (ricambiata da continui schiaffi come dimostra anche la vicenda dell’art. 8 da loro sostenuto dopo aver firmato l’accordo del 28 giugno). Al contrario la ricerca unitaria al nostro interno è esplicitamente rifiutata come elemento di intralcio per i rapporti unitari con le altri sigle sindacali.
Purtroppo il dibattito che ha seguito il congresso è stato condizionato da una involuzione che ha ridotto gli spazi democratici per il pluralismo, dove la forza dei numeri ha portato a scelte unilaterali, come accaduto sullo statuto approvato per la prima volta a maggioranza, ed ora anche nella selezione dei gruppi dirigenti. Non è per vantarmi dei “gradi”, ma ricordo di essere stato nominato vicepresidente del direttivo CGIL per fare una riflessione. Questo incarico è in CGIL un incarico di quelli che si definiscono “di garanzia” cioè che non hanno “potere” ma svolgono un ruolo istituzionale di riconoscimento delle diverse anime congressuali. Non essendo la minoranza nella segreteria confederale, questo è l’unico incarico confederale “elettivo” ricoperto da un compagno della minoranza congressuale: rendergli difficile la propria attività sindacale è emblematico di quale sia l’idea di pluralismo della maggioranza in CGIL e non è certo un fulgido esempio di democrazia.
Chiedo ai miei amici una cosa sola: combattere contro la prevaricazione."Chi non conosce la verità è uno stolto, ma chi, conoscendola, la chiama menzogna è un delinquente." Betolt Brechthttps://www.facebook.com/notes/licenziati-dalla-cgil/fuori-unaltro-ma-dove-ci-porter%C3%A0-tutto-questo/164970633586163